TRITTICO BECKETTIANO

Atto Senza Parole | Non Io |  L’ultimo nastro di Krapp
di Samuel Beckett

ph. Maurizio Buscarino


Cauteruccio, qui in veste anche di attore, è stato definito uno degli interpreti beckettiani più importanti in Italia e inserito nella terna dei premi Ubu come miglior attore protagonista.
Per il Trittico Beckettiano ha scelto tre pièces brevi tra le più riuscite che il drammaturgo irlandese ha consegnato al teatro, capolavori che richiedono ai tre interpreti grande impegno e grande energia.
I protagonisti sono Fulvio Cauteruccio per Atto senza parole, Monica Benvenuti per Non io e Giancarlo Cauteruccio per L’ultimo nastro di Krapp.

La regia del Trittico è basata fondamentalmente sul lavoro degli attori e sul conseguente rigore dell’esecuzione, ma come avviene normalmente nelle sue messinscena, Cauteruccio presta una particolare attenzione all’elemento scenico-visuale.

In Atto senza parole il lavoro mimico-gestuale esalta e sottolinea l’incisiva capacità di Fulvio Cauteruccio di azione e espressione nello spazio scenico. Uno spazio abitato da oggetti in movimento pensati dall’autore, qui utilizzati in una macchineria di forte impatto.
Il corpo muto di questo abitatore del deserto genera una sonorità che restituisce le tensioni interne nello spazio siderale che Beckett suggerisce: un concerto per corpo e vuoto, per azione e ininterrotti fallimenti.

Per Non io (uno dei più importanti dramaticule di Beckett in cui la sostanza teatrale si riduce a una bocca che parla di se stessa nel buio, uno dei “simboli” più indicati a rappresentare la sua poetica) Cauteruccio assegna il ruolo di Bocca a Monica Benvenuti, cantante soprano nota nel panorama nazionale ed internazionale per le sue interpretazioni di musica contemporanea.
La sua bocca invade il profondo vuoto in una prova di straordinario uso della voce. Una donna di età avanzata vive ai margini della società, nata prematura, abbandonata dai genitori non ha mai conosciuto né affetto né amore. Un ricordo la ossessiona, quello di un pomeriggio di aprile in cui la sua mente attraversa un buio ravvivato solo da un costante ronzio. E’ in questo vuoto che Bocca compie un salto spirituale che la costringe a ragionare sui temi del peccato e della misericordia, dapprima affrontati con sprezzante sarcasmo, poi via via con più cautela, quasi fossero un punto fermo cui aggrapparsi nella desolazione della sua esistenza.

Il terzo tassello del Trittico è un felice ritorno per Giancarlo Cauteruccio a un testo già diretto ed interpretato in precedenza: L’ultimo nastro di Krapp.
Nell’essenzialità della scena Krapp, il vecchio scrittore fallito, inesorabile mangiatore di banane e instancabile ascoltatore della sua voce registrata, si inoltra in “questo buio che mi circonda” per sentirsi meno solo.
Rintanato nella sua stanza in compagnia di un magnetofono e un numero cospicuo di bobine ben ordinate, compie un viaggio in un altrove temporale, il suo passato.
Tanti nastri, registrati ogni compleanno per tramandare brandelli di vita e di esperienza, vengono riascoltati e mescolati per poi dichiarare il fallimento.
Una resa dei conti di un vecchio triste e ridanciano, ironico e autoironico, spesso con venature patetiche, sentimentali, struggenti che alla fine si adegua consapevolmente allo scacco.

Lo spettacolo ha ricevuto il premio alla regia dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2006, consegnato al Teatro Argentina di Roma ed è stato salutato da un notevole successo di pubblico e stampa sia al suo debutto che nella lunga tournée.

19 maggio 2015, Teatro Alfieri, Asti

  • Atto Senza Parole, Non Io, L’ultimo nastro di Krapp
  • di Samuel Beckett
  • regia Giancarlo Cauteruccio
  • con Massimo Bevilacqua, Monica Benvenuti, Giancarlo Cauteruccio
  • scene Andrè Benaim
  • costumi Massimo Bevilacqua
  • luci Trui Malten
  • musiche ed elaborazioni sonore Andrea Nicolini