#ogniluogoèunteatro IV edizione

Dal 6 al 19 settembre ogni luogo diventerà un teatro…. e il vostro sguardo vedrà  i luoghi in maniera diversa».

Torna a Vercelli #ogniluogoèunteatro festival nomade, festival pellegrino, festival per tutt*

Accoglieremo:

12 compagnie – Teatro delle Ariette, Marta Cuscunà & Fabio Babich, Licia Lanera, Mariella Fabbris & laria Schettini, Compagnia47, Teatrino Giullare, Tamburi Uniti, Kronoteatro & Maniaci-D’amore, I Sacchi di Sabbia, Carullo/Minasi//Sciara Progetti, Officine Papage, KioShinDo

2 progetti site specific Progetto Pellegrino. Prima Parte Mutamenti irreversibili a cura di Livio Ghisio (drammaturgia) e Roberto Amadé (Progetto sonoro) in collaborazione con Urban Experience e Simone Pacini; Alcune cose da mettere in ordine (Interior) a cura di Cuocolo/Bosetti // Rubidori Manshaft //2 walkabout // 1 guida al disordine a cura di Max Bottino

12 diversi luoghi – Farm1861, Cortile Juvarra del Seminario Arcivescovile, Cortile Ovest Sesia, Studio 10 Citygallery, Museo Borgogna, Teatro di Posa Adverteaser, Viotti Club, TamTam Teatro, ex Chiesa di Santa Chiara, casacuocolobosetti, Chiostro ex Monastero San Pietro Martire, Vicolo Schilke

 

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La guida è acquistabile c/o Il Festival Point – ATL TERRE DELL’ALTO PIEMONTE C.so Garibaldi 96


Venerdì 6 settembre ore 19.30

FARM1861 – VIA CASE SPARSE 202

TEATRO DELLE ARIETTE

di Paola Berselli e Stefano Pasquini
con Paola Berselli e Stefano Pasquini
scenografia Teatro delle Ariette
regia Stefano Pasquini
produzione Teatro delle Ariette 2019
coproduzione Fondazione Sassi Matera

«Paola e io siamo sposati dal 18 giugno 1989 e da allora viviamo in campagna, alle Ariette, un piccolo podere sulle colline a sud-ovest di Bologna, in Valsamoggia. Siamo attori e contadini. Coltiviamo la terra, il grano e lo trasformiamo in pane. Non per venderlo, ma per mangiarlo ogni giorno e condividerlo con gli spettatori che incontriamo durante i nostri spettacoli.
Forse per questo ci hanno proposto di creare un nuovo spettacolo per Matera 2019 ispirato ai pani del Mediterraneo.
E noi abbiamo deciso di scrivere un diario di vita quotidiana nel corso dell’estate 2019 (dal 18 giugno al 21 settembre), la trentesima estate vissuta alle Ariette, per raccontare attraverso il grano il nostro presente. Raccontare il presente con le sue contraddizioni, le intolleranze non solo alimentari, il rapporto con la terra, gli animali, le piante e gli uomini, il rapporto con la società nella quale tutti noi viviamo. Così è nato Trent’anni di grano.

Quaranta spettatori seduti attorno a un grande tavolo basso a forma di U. Noi al centro, seduti a terra su un pavimento coperto di chicchi di grano, prepariamo e cuociamo le tigelle (un piccolo pane tipico del nostro territorio), leggiamo le parole del diario. La luce delle candele, nient’altro. Molto lontana l’eco di un’orchestra che suona Summertime. Tre mesi di diario, trent’anni di vita. Forse uno spettacolo. Forse una veglia, come nelle notti d’estate, sotto le stelle, quando ci sentiamo piccoli, molto piccoli, granelli di polvere in mezzo ai campi». (Stefano Pasquini)

hai una bici? in occasione dello spettacolo, TRENT’ANNI DI GRANO. AUTOBIOGRAFIA DI UN CAMPO l’appuntamento è in P.le Kennedy davanti alla Vecchia Baracchina alle ore 18.15 per raggiungere tutti insieme Farm1861 pedalando!


Sabato 7 settembre

PROGETTO PELLEGRINO. MUTAMENTI IRREVERSIBILI

Ore 17.00

SAGRATO DELLA BASILICA DI SANT’ANDREA – VIA GALILEO FERRARIS 99

CAMMINO IRREVERSIBILE #01

Carlo Infante condurrà il pubblico in due walkabout – conversazioni nomadi ed esplorazioni urbane basate sull’uso di sistemi whisper-radio e smartphone per scrivere storie nelle geografie immaginate e studiate sulla mappa dei percorsi sotterranei che l’acqua segue sotto le vie della città. Ogni percorso porterà con sé una singolarità, dovuta al suo essere irripetibile nel tempo. Un racconto che si snoda in superficie cercando le tracce di ciò che scorre sotto i nostri passi, sotto di noi, in vie nascoste tracciate da altri esseri umani nello stesso luogo, in un tempo diverso

Si ringraziano per la collaborazione «Associazione speleo-archeologica Teses» e «Associazione d’Irrigazione Ovest Sesia», per i preziosi materiali testuali, video e cartografici forniti

ore 18.00

CORTILE OVEST SESIA – VIA DUOMO 2

TEATRO DI DIONISO//ARTEINSCACCO

reading per voce e musica

drammaturgia e regia Livio Ghisio

progetto sonoro Roberto Amadé

con Annalisa Canetto e Irene ivaldi

REPLICA: DOMENICA 8 SETTEMBRE ORE 18.00 MUSEO BORGOGNA – VIA A. BORGOGNA 4

Mutamenti irreversibili è un reading fra parole e musica e costituisce la prima tappa di Progetto Pellegrino, che si svilupperà in tre anni attraverso il «pellegrinaggio» fra diverse espressioni artistiche e avrà il suo fulcro nel concetto di movimento e mutamento.

Il viaggio, lo spostamento qui sono mentali, immaginari, richiedono allo spettatore di affidarsi alla propria memoria e al proprio vissuto per attraversarli. Mutamenti irreversibili è una cronaca, per quanto parziale e soggettiva, di un territorio attraverso il tempo e lo spazio. È la topografia generata dagli edifici costruiti, abbattuti o abbandonati, dalle campagne lavorate o dai boschi rimasti inalterati

ore 21.00

TEATRO DI POSA ADVERTEASER – VIA ETTORE ARA 6

MARTA CUSCUNÀ e FABIO BABICH

tratto dal libro «Io sono l’ultimo. Lettere di partigiani italiani» a cura di Giacomo Papi, Stefano Faure e Andrea Liparoto

di e con Marta Cuscunà // illustrazioni live Fabio Babich// assistente alla realizzazione Marco Rogante

 Io sono l’ultimo, il libro da cui sono tratte le lettere che compongono The beat of Freedom, è nato quando Annita Malavasi, la partigiana «Laila», ha cominciato a parlare d’amore. Ci teneva a dire una cosa, soprattutto: fu tra i partigiani che, per la prima volta, uomini e donne ebbero pari dignità e che l’uguaglianza sancita dalla Costituzione a guerra finita, non fu un regalo ma una conquista e un riconoscimento. La sua testimonianza fu pubblicata su «D – La Repubblica». Poi arrivarono molte lettere. Alcune erano di vecchi partigiani e parlavano d’amore. Le lettere sono un’autobiografia collettiva di giovani accomunati dall’aver condiviso un tempo e un Paese, che a un certo punto sentirono l’esigenza di cambiare. «La libertà era nei monti, per la prima volta riuscivamo a sentirla e picchiava nella testa». Da questa frase di Nello Quartieri, nome di battaglia «Italiano», è nata la scelta musicale che caratterizza The beat of Freedom. La libertà come pulsazione, come battito che scuote. Un ritmo nuovo, che sconvolge, parla di giovinezza e ribellione. Una metafora dirompente e che ha guidato Marta Cuscunà nella scelta di intrecciare le voci dei partigiani a quelle di Patti Smith, Lou Reed, Alanis Morissette, Green Day in una partitura musicale che tenta di scavalcare i confini della storia e unire tre generazioni. Perché i partigiani, prima di tutto, erano giovani. Si innamoravano, scoprivano di avere paura e coraggio. The beat of Freedom cerca di restituire ai ragazzi e alle ragazze di oggi lo spirito di questo racconto corale sul sogno rock di un Paese di persone uguali nei diritti e libere


Domenica 8 settembre

PROGETTO PELLEGRINO. PARTE PRIMA: MUTAMENTI IRREVERSIBILI

ore 16.00

CORTILE JUVARRA SEMINARIO ARCIVESCOVILE – P.ZZA SANT’EUSEBIO 10

PRESENTAZIONE DEL LIBRO «ll teatro sulla Francigena – Trenta attori in cammino dalla Toscana alla Francia» (Silvana editoriale) di Simone Pacini

 

Con Simone Pacini, Lara Giorcelli

Il testo è il diario di bordo quotidiano del laboratorio itinerante «Il teatro… su due piedi – camminata in Toscana e Lot-et-Garonne», realizzato dal Teatro Metastasio Stabile della Toscana e dal Théâtre École d’Aquitaine, con la partecipazione di allievi-attori delle rispettive scuole. Il progetto ha alternato momenti di trekking – un totale di circa 300 chilometri a piedi tra la via Francigena toscana e la regione della Lot-et-Garonne in Francia -e di teatro, con uno spettacolo bilingue rappresentato nelle piazze e nei teatri, in situazioni uniche

ore 17.00

Walkabout  a cura di Carlo Infante / Urban Experience // CAMMINO IRREVERSIBILE #02

ore 18.00

MUSEO BORGOGNA – VIA A. BORGOGNA 4

TEATRO DI DIONISO//ARTEINSCACCO

MUTAMENTI IRREVERSIBILI

ore 21.00

STUDIO 10 CITYGALLERY – PIAZZETTA PUGLIESE LEVI 9

COMPAGNIA LICIA LANERA

di Pauline Peyrade //traduzione Paolo Bellomo

con Danilo Giuva e Ermelinda Nasuto // luci Vincent Longuemare // sound design Francesco Curci costumi Angela Tomasicchio  aiuto regia Nina Martorana // regia e spazio Licia Lanera

produzione Compagnia Licia Lanera In coproduzione con POLIS Teatro Festival in collaborazione con Angelo Mai

si ringrazia E Production

Premio UBU 2022 MIGLIOR REGIA a Licia Lanera; Premio UBU 2022 MIGLIOR TESTO STRANIERO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)

Una bambina di 11 anni che un tribunale francese ha riconosciuto consenziente allo stupro che ha subito da parte di un amico del fratello maggiore, decide, diventata donna, di farsi giustizia da sola. La storia è continuamente divisa tra passato e presente: il primo ambientato in un luna park, il secondo a casa della donna. In entrambi i luoghi si consuma una violenza, ma i ruoli sono invertiti. Con la carabina è un testo lucido e imparziale che fugge dall’idea di dividere categoricamente il mondo in buoni e cattivi, ma analizza i meccanismi culturali e antropologici che fanno scaturire alcuni comportamenti violenti. Questa analisi, insieme ad una scrittura viva e affascinante, sono gli elementi che hanno portato Licia Lanera prima ad abitarlo, poi a patirlo e infine a metterlo in scena. Ne è venuto fuori uno spettacolo-incubo, un non luogo, in cui ci sono due attori/servi di scena che si fanno ora adolescenti ora adulti ed evocano attraverso la parola e pochi elementi scenici, la dinamica di una storia atroce. Lo spettacolo è claustrofobico e violento, si muove scandito dalle luci di un set fotografico che muta continuamente per mano degli attori stessi. Pensato per luoghi piccoli in cui la distanza del pubblico dallo spazio scenico è minima, la prospettiva dello spettatore quindi è vicina e continuamente disturbata da queste piantane luci, che lo mettono nello scomodo e allo stesso tempo pruriginoso ruolo di colui che spia il privato più privato. È un’orrenda stanza dei giochi, uno Squid Game in cui chi ha pagato il biglietto può guardare da vicino uno stupro o una morte. Non ci sono vincitori in questa ruota infernale, ma solo lo specchio di una società che ha fallito clamorosamente. Tra conigli, giocattoli e canzoni di Billie Eilish sfila una storia come tante, una storia miserabile per cui è impossibile non provare pena e profondo dolore


Martedì 10 settembre ore 21.00

VIOTTI CLUB – VIA GALILEO FERRARIS 14

MARIELLA FABBRIS // ILARIA SCHETTINI

di e con Mariella Fabbris

musiche arrangiate ed eseguite dal vivo da Ilaria Schettini

Un soliloquio che diventa monologo, svincolato da una forma narrativa rigida. Un torrenziale recital comico, ispirato dall’amore incondizionato per il Teatro e dedicato alle sue protagoniste – senza distinzioni tra persone e personaggi: da Eleonora Duse a Cordelia, da Isabella Andreini a Giulietta, da Isadora Duncan a Medea.

Il racconto di Mariella Fabbris si interfaccia continuamente con le musiche di Ilaria Schettini, tra accenni sonori, interpunzioni ritmiche che puntellano la voce recitante ed evocano paesaggi lontani. Si attinge ai classici di Chopin come alle canzonette di Anna Magnani (a cui lo spettacolo è segretamente dedicato), passando per le composizioni originali di Schettini.

Uno spettacolo proteiforme, che si interroga su sè stesso, sui personaggi che evoca. Sullo spazio–tempo in cui si situa. Interpellando il pubblico. Divina vive attraverso i decenni, riattualizzando la propria drammaturgia. Riscoprendo in questo gioco infinito l’immortalità delle grandi eroine teatrali.


Mercoledì 11 settembre ore 21.00

TAM TAM TEATRO – EX MONASTERO SAN PIETRO MARTIRE – PIAZZA ANTICO OSPEDALE

CARULLO MINASI // SCIARA PROGETTI TEATRO

drammaturgia Fabio Pisano

con Giuseppe Carullo // costumi Letteria Pispisa // elementi di scena Cinzia Muscolino  // grafica Manuela Caruso

disegno luci Renzo Di Chio // consulenza musicale Alessandro Calzavara

regia Cristiana Minasi

produzione Carullo-Minasi e Sciara Progetti Teatro

collaborazione Fabio Cuzzola, Giovanna La Maestra, Massimo Ortalli, Roberto Zorn Bonaventura.

Spettacolo finalista «Premio Dante Cappelletti 2023»

«Il potere corrompe sia coloro che ne sono investiti sia coloro i quali devono soggiacervi, sotto la sua nefasta influenza gli uni si trasformano in despoti ambiziosi e avidi, in sfruttatori della società in favore della propria persona o casta, gli altri in schiavi». Bakunin

I Moti di Reggio, i cinque anarchici morti sulla strada, sono la disturbante scheggia di un’Italia impazzita, sono l’eco di un «mito» andato a finire male. Una generazione, quella dei ventenni del ’68, che ha lottato e che ha perso, anzi peggio è stata strumentalizzata dal potere. Ha ragione lo scrittore Luis Sepulveda: «Narrare è resistere». Resistere alla tentazione di dimenticarli, di dimenticare.

Lo spettacolo intende farsi portatore dell’importanza della Storia, della sua conoscenza e della sua corretta trasmissione per evitare che i fatti si ripetano senza che li si conosca. Non a caso il titolo dello spettacolo richiama il nome del celebre settimanale anarchico.  La scrittura del testo attraversa diversi protagonisti della vicenda, su tutti, Angelo Casile, uno dei cinque anarchici, ma non solo lui. Ci sono tante voci con linguaggi diversi ma col comune senso di raccontare dal proprio punto di vista la vicenda, una vicenda che pur rappresentando la Storia con la s maiuscola, ha finito per diventare una storia con la s minuscola, una storia che si è cercato in tutti i modi di dimenticare ma soprattutto di far dimenticare. Compito della drammaturgia è stato proprio quello di ripristinare i fatti, di assemblarli seguendo l’ordine degli eventi, eventi che vanno da Reggio a Milano, perché quel periodo storico, quell’occasione mancata in fondo non conosceva nord e sud, non conosceva settentrione e meridione. Ma riconosceva soltanto un sentimento comune: quello della rivalsa e della vendetta


Giovedì 12 settembre ore 21.00

VICOLO SCHILKE – VIA DOTTOR UGO SCHILKE

COMPAGNIA47

drammaturgia e regia Rita Frongia

con Angela Antonini

luci Antonella Colella

in collaborazione con Teatro Metastasio // Festival Contemporanea

Lilith.

Il mio nome è Lilith.

Lilith nella mia lingua vuol dire notte e tempesta.

In verità, sono una diavola che mente sempre.

Tanto di quel che dico e faccio è male.

Ho un sospetto: sono cattiva, anzi, cattivona

L I L I T H, la Luna Nera, è un mito arcaico anteriore al mito di Eva, è una figura che compare nelle antiche religioni mesopotamiche come demone legato al vento e alla tempesta. La dea sumera L I L I T H, la vergine nera, con le zampe di un gufo, nella notte, strangola i bambini nelle culle. L I L I T H è stata la prima compagna di Adamo e come lui fu creata dalla polvere. L I L I T H e Adamo si congiungono. Come si amano il primo uomo e la prima donna? È stato insegnato: tutti gli esseri umani compiono l’atto sessuale con la faccia di uno rivolta verso la schiena dell’altro, all’infuori di due che si congiungono schiena a schiena -cammello e cane- e all’infuori di tre che si congiungono faccia a faccia e sono l’uomo, il serpente e il pesce. Quindi lui sta sopra e lei sta sotto. Ma L I L I T H mostra insofferenza e domanda ad Adamo: «Perché mai devo stendermi sotto di te? Perché devo sottomettermi? Eppure anche io sono fatta di polvere e quindi sono tua eguale». Chiede di invertire le posizioni sessuali per stabilire una parità, un’uguaglianza fra due corpi e due anime; ma Adamo oppone un rifiuto netto, dice che L I L I T H deve stare sotto di lui, subire il suo corpo. L I L I T H si ribella, pronuncia con rabbia il nome di Dio e con grandi ali di pipistrello si allontana verso le sponde del mar Rosso. Dio le intima di tornare, le chiede di desiderare Adamo, ma L I L I T H rifiuta. Per volontà divina, viene trasformata in demone da una schiera di Angeli, un demone notturno e assetato di sangue, un demone che divora i neonati, L I L I T H.


Venerdì 13 settembre ore 21.00

STUDIO 10 CITYGALLERY – PIAZZETTA PUGLIESE LEVI 9

COMPAGNIA47

di e con Luca Stetur

testi Rita Frongia

sound live Alessandro Sesana

grazie a Claudio Morganti e Ombretta Nai

 Un Macbeth nero e solitario, che ripercorre la sua vita sanguinaria nel momento dell’istante fatale, quando la lama di Macduff gli taglia la testa. Inizia dalla fine questo Macbeth, «riscrittura domestica» della tragedia shakespeariana.

Qualcuno inventò la ghigliottina a scopo umanitario. Fu per rendere istantaneo «il tempo del

trapasso». Ma qualcun altro giurò che quelle teste tagliate non morivano subito. Il tempo è faccenda per vivi. La grande, definitiva visione della vita trascorsa. Lo spettacolo inizia dove finisce il film Macbeth di Roman Polanski. La lama di Mac Duff ha appena staccato il corpo dalla testa di Macbeth. Quando la testa rotola, gli occhi guardano. Vedono il mondo roteare. Il cielo è la terra e la terra è il cielo. Il bello è brutto e il brutto è bello.

Nel volo, occhi e cervello terribilmente abbracciati perché soli, vedono e sognano un eterno attimo di quiete, di ritrovamento del sonno, di contemplazione estetica della vita vissuta. Alla fine sarà silenzioso suono, in quanto inizio di tutto. Le orecchie sono le ultime a morire.

È così che inizia, con una corona, una lampadina, un pigiama.

Come un sogno. Come un incubo. Come una risata. Come la vita. Come la morte


Sabato 14 settembre ore 18.00

EX CHIESA SI SANTA CHIARA – CORSO LIBERTÀ 300

TEATRINO GIULLARE

Dai racconti di Franz Kafka

Ciascun personaggio di Kafka si trova rinchiuso nella barzelletta della propria vita come un pesce in un acquario; e la cosa non lo diverte affatto.

Perché una barzelletta è divertente solo per chi è davanti all’acquario.

Ispirato racconti e ai diari di Franz Kafka, La tana è la storia di un animale e di una persona che dal loro rifugio osservano il mondo esterno, le cose, le persone e le atmosfere che li circondano creando una visione della realtà comica e inquietante.

I protagonisti raccontano il loro punto di vista sulla realtà oscillando tra il desiderio di un luogo sicuro in cui poter vivere in pace, totalmente isolati dal mondo esterno, pur spaventati da misteriosi ed invisibili nemici e l’aspirazione di potersene finalmente andare, partire e arrivare in capo al mondo. Dai pensieri di un cane alla catena che riflette sulla libertà e la possibilità di scappare, all’ambizione umana e senza tempo di poter volare via

ore 21.00

CASACUOCOLOBOSETTI – VIA L. ARIOSTO 85

CUOCOLO /BOSETTI / RUBIDORI MANSHAFT

drammaturgia Roberta Dori Puddu e Angela Demattè

con Roberta Bosetti

regia Renato Cuocolo / Rubidori Manshaft

produzione Officina Orsi (CH), Teatro di Dioniso, FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena Contemporanea (CH)

DEBUTTO NAZIONALE

REPLICHE: domenica 15, lunedì 16, martedì 17 e mercoledì 18 settembre ore 21.00

Dopo un lungo periodo di lavoro in case di cura per persone anziane, Rubidori Manshaft riannoda in questo lungo viaggio “sul campo” i suoi ricordi. Legandosi ai suoi lavori passati, attraverso le narrazioni sviluppa ulteriormente la sua ricerca artistica sul passaggio della memoria, sulla mancanza e sulla solitudine. Riparte da lì per interrogarsi sul corpo, sul suo significato politico. Sulla cura. Sul tempo. Sulla paura. Sul fare. Sulla perdita di sé, delle forze, del ruolo e a volte anche della memoria. Alcune cose da mettere in ordine è la storia di una donna appena aldilà della soglia dei sessanta anni, che inizia a porsi delle domande sul percorso della vita, una eco di noi tutte (e tutti). Ci riconosciamo nelle sue parole, nei suoi pensieri che sono forse anche i nostri, veniamo spiazzati dalla sua sorprendente capacità di rimescolarli, usarli, appropriarsene, dimenticarsene, inventarseli in sostituzione di quello che nella mente è fallo. Pensieri che, al pari degli accadimenti reali, diventano co-protagonisti di questa storia sul vivere, su sogni e disillusioni, su ricordi e rimpianti. In questo sublime ribaltamento del reale verremo portati con forza in un nuovo tempo che forse ci apparterrà. Un viaggio interiore e reale verso qualcosa, un montaggio di eventi, struggente, ironico, nel gioco che la vita compie nel tentativo di ridisegnare una dimensione umana forse, oggi, smarrita.

Il testo, scritto a quattro mani da Roberta Dori Puddu e Angela Dematté, non è autofiction ma necessità di entrare nella visione della paura, della perdita del controllo. Anna/Roberta Bosetti è simbolo di quello che ci affrettiamo a togliere dalla vista, ogni segno dell’umana debolezza, della fine senza traccia del nostro passaggio sulla terra. Un percorso che si sviluppa contemporaneamente su tre piani, la memoria, (come ricordo) il presente, (come riflessione) e il futuro (come paura). Tempi che si intersecano e si sovrappongono a ritmo sincopato analizzati, o immaginati, da una donna che fa, o vorrebbe fare, il punto della sua vita, delle scelte, delle gioie e dei rimpianti. Che diventano spazio delimitato in cui Anna si muove, ma anche scelta drammaturgica o, per meglio dire, rafforzativa del testo.

In occasione di #ogniluogoèunteatro il lavoro viene completamente rielaborato da Renato Cuocolo e Rubidori Manshaft per casacuocolobosetti in una versione intima e minimale

Lo spettacolo ha debuttato nell’ottobre del 2023 al Festival Internazionale del Teatro di Lugano.


Domenica 15 settembre ore 16.30

CHIOSTRO EX MONASTERO DI SAN PIETRO MARTIRE – P.ZZA ANTICO OSPEDALE

A.N.G.S.A NOVARA – VERCELLI ONLUS

Un’esperienza importante e di grande emozione. Tamburi Uniti è un progetto Educativo Musicale del Centro per l ‘autismo Enrico Micheli e A.n.g.s.a. Novara – Vercelli, composto dai ragazzi del Centro, educatori, volontari e tirocinanti, tutti uniti, per creare una sinergia musicale varia e coinvolgente in ogni loro spettacolo e concerto, sotto la guida di Fulvio NaturalSeven Sette (chitarra e voce)                                   Ingresso libero con prenotazione

ore 21.00

VICOLO SCHILKE – VIA DOTTOR UGO SCHILKE

I SACCHI DI SABBIA

da «Le Tigri di Mompracem» di Emilio Salgari

scrittura scenica Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Giulia Gallo e Giulia Solano

con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano

tecnica Federico Polacci//costumi Luisa Pucci

produzione: I Sacchi di Sabbia/Compagnia LombardiTiezzi

in collaborazione con Teatro Sant’Andrea di Pisa, La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi

Il luogo in cui si svolge l’azione è una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Perno dell’azione è l’ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. E poi cucchiai di legno come spade, grattugie come cannoni, una bacinella piena d’acqua per il mare del Borneo, scottex per cannocchiali, e ancora sacchetti di carta, coltellini, tritatutto…Il racconto si affaccia alla mente degli spettatori, per poi esplodere con una frenesia folle che contagia. La cucina è casa di Sandokan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem. Fedele all’ideale di un ironico esotismo quotidiano (Salgari non si avventurò mai oltre l’Adriatico) lo spettacolo – attraverso la rifunzionalizzazione di semplici oggetti d’uso – è un elogio all’immaginazione, che rischia di naufragare nel blob superficiale dei nostri tempi e al tempo stesso una satira di costume. Piccoli uomini (noi) e i loro grandi sogni si scontrano in un gioco scenico buffo ed elementare. Chi avrà la meglio?

ore 21.00

CASACUOCOLOBOSETTI – VIA L. ARIOSTO 85

CUOCOLO /BOSETTI / RUBIDORI MANSHAFT

ALCUNE COSE DA METTERE IN ORDINE (INTERIOR)


Lunedì 16 settembre ore 21.00

CASACUOCOLOBOSETTI – VIA L. ARIOSTO 85

CUOCOLO /BOSETTI / RUBIDORI MANSHAFT

ALCUNE COSE DA METTERE IN ORDINE (INTERIOR)


Martedì 17 settembre ore 21.00

TAM TAM TEATRO – EX MONASTERO SAN PIETRO MARTIRE – PIAZZA ANTICO OSPEDALE

KRONOTEATRO // MANIACI D’AMORE

drammaturgia Maniaci d’Amore

con Tommaso Bianco, Francesco d’Amore, Luciana Maniaci e Maurizio Sguotti

scene e costumi Francesca Marsella // disegno luci e responsabile tecnico Alex Nesti

regia Kronoteatro e Maniaci d’Amore

 produzione Kronoteatro con Teatro Nazionale di Genova

con il sostegno di Residenze PimOff Milano

«Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene e i tempi saranno buoni» (Sant’Agostino)

L’incontro sorprendente tra le compagnie Maniaci d’Amore e Kronoteatro, diverse ma accomunate da uno sguardo impietoso sul reale, ci porta in un mondo isterico, meschino, fatto esclusivamente di vittime. Siamo attorno alla salma di una donna. I tre figli devono lavarla, truccarla e vestirla prima del funerale. Mentre la preparano ripercorrono piccoli episodi significativi della vita famigliare. Si tratta di eventi neutri ma sempre vissuti come terribili abusi, alibi perfetti per continuare una vita senza responsabilità. Per i personaggi la colpa di ogni loro sofferenza, frustrazione e sventura è sempre attribuita a qualcun altro: la crudeltà dell’altro sesso, la ferocia dei bulli, il duro mondo del lavoro. Ma soprattutto, lei: la madre. A partire da alcune letture fondamentali, tra cui «Critica della vittima» di Daniele Giglioli e  «La società senza dolore» di Byung-chul Han, lo spettacolo esplora, con livido umorismo e qualche baluginio di tenerezza, il paradigma vittimario così radicato oggi nella psicanalisi, nei media, nella famiglia, nel nostro modo di abitare il mondo. Lo stile sospeso, surreale, dei Maniaci d’Amore si sposa così, con quello abrasivo, amaro, di Kronoteatro, in un lavoro originale che esplora il gusto tutto contemporaneo di riconoscersi non in chi agisce ma in chi subisce, la gara popolare a chi sente di bruciare di più nell’inferno che sono gli altri

 ore 21.00

CASACUOCOLOBOSETTI – VIA L. ARIOSTO 85

CUOCOLO /BOSETTI / RUBIDORI MANSHAFT

ALCUNE COSE DA METTERE IN ORDINE (INTERIOR)


Mercoledì 18 settembre ore 21.00

STUDIO 10 CITYGALLERY – PIAZZETTA PUGLIESE LEVI 9

OFFICINE PAPAGE

dal romanzo «La vita accanto» di Mariapia Veladiano

adattamento regia e interpretazione Marco Pasquinucci

voci Emanuele Niego, Caterina Simonelli, Ilaria Pardini, Cecilia Vecchio

audio Alice Mollica // sound designer Mattia Loris Siboni

primo spettatore Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari

produzione Officine Papage, Teatro della Caduta

Rebecca. Uno spettacolo al buio nasce da una riduzione drammaturgica del romanzo «La vita accanto» di Maria Pia Veladiano (opera prima «Premio Calvino» 2010, finalista al «Premio Strega» 2011). Cardine della performance è la storia di Rebecca, narrata in prima persona, in bilico tra un appassionante giallo e lucida, tagliente, poesia. Rebecca parla calma. Rebecca sorride, sceglie le parole giuste, non ha timori: racconta la sua storia. Con pazienza, con cura, con grazia. A volte Rebecca è poesia. Anche se siamo al buio hai la sensazione che ti guardi negli occhi. Rebecca è una donna brutta: non è storpia, non fa pietà…è semplicemente brutta. Ha tutti i pezzi al loro posto ma appena più in là: o più corti, o più lunghi o più grandi di quello che ci si aspetta. Una bambina, poi una donna, che racconta in prima persona la sua storia, quella della sua famiglia e dei segreti che in essa sono custoditi. Coprotagonista dello spettacolo è il buio, l’oscurità, capace di accogliere e proteggere, quel «buio buono, venato d’azzurro», che non giudica e fa sentire profondamente, in cui Rebecca può entrare senza paura proteggendosi dal giudizio degli altri e raccontandosi liberamente. Un’occasione per scappare, per una volta, dagli occhi.

L’emarginazione sociale, la difficoltà di liberarsi da stereotipi e pregiudizi che dominano la società, sono alcune delle tematiche che emergono chiaramente: assistere a questo spettacolo spinge il pubblico a interrogarsi sulle dinamiche sociali dominanti in situazioni affini.

Lo spettacolo si svolge al buio, il pubblico è invitato a entrare e partecipare alla narrazione nel buio, quel buio «buono» (come la protagonista stessa lo definisce) che permette da una parte a Rebecca di proteggersi dal giudizio e raccontarsi in una confessione delicata, voluta e necessaria, e dall’altra al pubblico di immaginare la sua «bruttezza» in una maniera strettamente personale, senza sottostare a canoniche idee di bello o brutto. Lo spazio di ricerca è dunque quello del buio, come dimensione capace di aumentare la capacità percettiva dello spettatore – l’intimità della relazione tra attore e spettatore e tra spettatore e spettatore – e infine aumentare la capacità immaginativa di quest’ultimo

ore 21.00

CASACUOCOLOBOSETTI – VIA L. ARIOSTO 85

CUOCOLO /BOSETTI / RUBIDORI MANSHAFT

ALCUNE COSE DA METTERE IN ORDINE (INTERIOR)


Giovedì 19 settembre ore 21.00

FARM1861 – VIA CASE SPARSE 202

«Il Taiko è musica da ascoltare, da guardare e da vivere»

 La IV edizione del Festival si conclude con un evento spettacolare: KyoShinDo  straordinaria performance Taiko ovvero Tamburi giapponesi.

Dal 2004 il KyoShinDo è impegnato a far conoscere il Taiko in Italia attraverso spettacoli e corsi regolari di Taiko Do. Affascinati dalla cultura e studiosi delle arti tradizionali giapponesi, i membri del KyoShinDo vivono e praticano lo studio del Taiko presso il KyoShinDo Taiko Dojo situato sulle alture dell’Appennino ligure.

Costruttori dei tamburi che suonano, hanno partecipato a numerosi Festival tra cui Festival Musicale del Mediterraneo a Genova, Darbar al MAO di Torino, Ethnos a Napoli, Estate Fiesolana a Firenze ed eventi in Italia, Giappone, Francia, Qatar, Oman, Arabia Saudita, Malta…Il Taiko è musica da ascoltare, da guardare e da vivere: i tamburi vengono suonati con la dinamicità e il rigore tipici delle arti giapponesi. Il gesto, il movimento del corpo, crea bellezza ed equilibrio all’interno della parte ritmica ed è parte integrante dello spettacolo. Il ritmo creato ridesta nel cuore il respiro primitivo della vita.

I tamburi taiko sono realizzati a mano, creati artigianalmente. Ogni particolare è attentamente studiato e contribuisce alla creazione di un suono unico e irripetibile.


INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:

La prenotazione agli spettacoli  è obbligatoria

Puoi prenotare tutti i giorni dalle 9.30 alle 20.00 al numero: + 39 3452697208

Oppure tramite e-mail:

info@teatrodidioniso.it

BIGLIETTI

Biglietto unico €10,00     

I biglietti saranno acquistabili ESCLUSIVAMENTE:

al Festival Point c/o ATL – TERRE DELL’ALTO PIEMONTE, Corso G. Garibaldi 96

dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle 14.30 alle 17.30

sabato e domenica: dalle 10.00 alle ore 13.00

e presso i punti vendita oppure on line su: CIAOTICKETS

Punto vendita Vercelli: G.M.G. TABACCHI | Prevendita Autorizzata Ciaotickets

Tangenziale Sud, 13 C/o Carrefour

Per gli altri Punti vendita: https://www.ciaotickets.com/punti-vendita

Non sarà possibile acquistare i biglietti la sera dello spettacolo

PROMOZIONE SPECIALE UNDER 26

Se hai fino a 26 anni per te ingresso a soli € 5,00!!

FESTIVALCARD

Se assisti a 6 spettacoli a pagamento il settimo te lo regaliamo

Se assisti a tutti gli spettacoli avrai due ingressi gratuiti

 Ritira la Festivalcard presso il Festival Point o la sera prima dello spettacolo

 ACCESSIBILITÀ

I luoghi di spettacolo sono privi di barriere architettoniche.

(casacuocolobosetti ha una scala interna)

Se hai un cane da accompagnamento sarà il benvenuto

In fase di prenotazione potrai segnalarci esigenze specifiche

e ci adopereremo per soddisfarle

 SCONTI E AGEVOLAZIONI PER IL NOSTRO PUBBLICO

Con la Festivalcard e/o il biglietto dello spettacolo sconto 10% su tutte le consumazioni

da VICOLO SHILKE e PIZZERIA PIEDIGROTTA (Corso Libertà 87)

Il «Cookie Festival» è creato e realizzato da Damiano Gabotti di Pasticceria 7sins

I vini del dopo-teatro sono prodotti da B&S srl di Daniele Balocco

#ogniluogoèunteatro sostiene la smart mobility: hai una bici? in occasione dello spettacolo, TRENT’ANNI DI GRANO. AUTOBIOGRAFIA DI UN CAMPO l’appuntamento è in P.le Kennedy davanti alla Vecchia Baracchina alle ore 18.15 per raggiungere tutti insieme Farm1861 pedalando!

tutti i luoghi sono raggiungibili agevolmente a piedi.  Se usi l’auto ricorri al car pooling! Proteggiamo il nostro ambiente


 

 

 

 

Benvenuti a CASADIONISO

Sull’onda del Festival #ogniluogoèunteatro che Teatro di Dioniso organizza a Vercelli, nell’autunno del 2023  (con l’intenzione di ampliare la programmazione) verranno programmati appuntamenti teatrali per pochissime persone in luoghi inusuali (un’automobile) e nella propria sede di via Manzoni 3.

E’ un’occasione per stare insieme, in un rapporto di grande vicinanza fra artista e spettatore.

Dopo gli spettacoli verrà offerto un piccolo aperitivo per prolungare il momento di socialità, per parlare, per confrontarsi: perché il teatro per noi è soprattutto questo.

Si parte il 21 ottobre con L’ORDINE DELLE COSE spettacolo ideato da Livio Ghisio che condurrà gli spettatori (un minimo di due e un massimo di quattro) in un viaggio in auto accompagnati dai “Sonetti” di Shakespeare

Tutte le date, gli orari e le info: https://www.teatrodidioniso.it/spettacolo/lordine-delle-cose/ 

Per conoscere gli altri appuntamenti restate connessi!

Buona vita dionisiaci!

2×1000 alla creatività

Dona il 2×1000 a TEATRO DI DIONISO

Lavoriamo ogni giorno con coraggio, cura, passione e determinazione per creare bellezza e stupore.
Sostieni la cultura e la creatività: inserisci il C.F. 97542680018 nella tua dichiarazione dei redditi…. e passa parola!

Grazie

STAGIONE 2022/2023: RIPARTE L’ATTESA DI REMO BINOSI

Dopo il successo della stagione appena trascorsa, venerdì 28 ottobre alle ore 21.00 riparte dal Teatro Mancinelli di Orvieto la tournée de L’Attesa di Remo Binosi, portato in scena da Michela Cescon con due interpreti di eccezione come (in o.a.)  Anna Foglietta e Paola Minaccioni. Le scene sono firmate da Dario Gessati, i costumi da Giovanna Buzzi, il disegno luci da Pasquale Mari, i suoni da Piergiorgio De Luca. Ancora una volta compagno di viaggio è TEATRO STABILE DEL VENETO  cui si aggiungono FONDAZIONE MUSICA PER ROMA, TEATRO STABILE DI BOLZANO, ATCL Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio. Il testo è pubblicato da La Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi (marzo 2022)

Lo spettacolo approderà al Teatro Carcano di Milano martedì 8 novembre (repliche fino a domenica 13 novembre)  (scopri tutte le date)

L’Attesa è il testo che ha fatto conoscere  l’autore veneto – scomparso prematuramente nel luglio del 2002 – al grande pubblico permettendogli di conquistare il «Biglietto d’oro Agis» come migliore novità italiana nel 1994 – ne l’indimenticata produzione di Teatro Due di Parma diretta da Cristina Pezzoli ed interpretata da Maddalena Crippa ed Elisabetta Pozzi (che rimane per altro ad oggi l’unica messinscena del testo degna di nota)– e che nel 2000 è diventato un film, Rosa e Cornelia, diretto da Giorgio Treves. Ventisei anni dopo, Cescon ha deciso di riproporlo con due interpreti molto amate dal pubblico: Anna Foglietta e Paola Minaccioni, per la prima volta insieme sul palco per dare corpo e voce alla nobildonna Cornelia e alla serva Rosa.

Il testo di Binosi ha una grande forza drammatica e di coinvolgimento cui è difficile rimanere indifferenti e – nonostante l’azione sia ambientata nel ‘700 – i temi e i contenuti sono universali:  anche oggi a tanti anni dalla sua scrittura, è un testo contemporaneo, caratteristica che solo le grandi opere hanno. Il rapporto serva-padrona, il doppio, il grande seduttore Casanova, la maternità, il male, la morte – sono raccontati con cambi di registro narrativo: dalla commedia al dramma, dal noir fino a sfiorare la tragedia. Il linguaggio è originale e sorprendente, con una naturale vis comica che garantisce una presa certa sul pubblico, paragonabile a quella dei testi di Goldoni e di Eduardo. La particolarità della messinscena di Cescon è che parte dalla prima stesura che l’autore veronese fece del testo – datata 1991 – che presenta notevoli differenze rispetto a quello portato in scena nel 1994: la nutrice ha un ruolo decisamente più marginale che in questa messinscena scomparirà completamente; i dialoghi sono più scarni, quasi bergmaniani; l’azione si concentra totalmente sulle due protagoniste e sull’evoluzione del loro rapporto durante la forzata clausura.

«…I personaggi sono empatici, emozionanti, veri e si prova per Rosa e Cornelia grande simpatia: soffri con loro, le ami con dolcezza, le adori, partecipi prima con una, poi con un’altra, poi con tutte e due…e alla fine non ti sorprendi di pensare che forse potrebbero essere la stessa persona. L’Attesa è proprio un testo per il palcoscenico, per gli attori, pieno d’invenzioni molto riuscite. Tutto è raccontato con freschezza e con un erotismo naturale nei confronti della vita e del mondo. Alle due attrici viene richiesta un’ adesione fisica ai personaggi totale, e il loro stare in scena diventa molto sensuale, non per un finto gioco di seduzione, ma per la loro immersione nel racconto; un racconto sui corpi femminili, sulla punizione per il desiderio, la punizione di essere donne, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, sulla lealtà, sulle differenze di classe… due voci femminili che diventano un gran bel punto di vista, per portare in scena il nostro sguardo più personale ed intimo. I temi affrontati sono universali e, pur essendo ambientato in Veneto nel ‘700, sentiamo la loro storia molto vicina. Il dramma è costruito attorno a due donne che vengono allontanate e rinchiuse per nove mesi per nascondere entrambe una gravidanza. Si racconta una clausura, un’impossibilità ad uscire e mai, come in questi tempi, l’idea teatrale, anche semplice, di chiudere due personaggi all’interno di una stanza diventa vera, reale e sentita. Insieme ai miei collaboratori abbiamo costruito un luogo scenico che rappresenta la mente di Cornelia, il diario su cui lei scrive, dove la chiusura o l’apertura dei muri è metafora di una condizione interna, della vita del cuore; mentre la relazione con l’esterno viene raccontata dalla luce e dal buio, dalle ore del giorno e dai suoni della campagna estiva, e dalla natura prepotente che le circonda. La messa in scena ha un segno classico, per omaggiare il grande teatro, e alle attrici viene chiesto di non uscire mai, di avere a che fare solo con il loro corpo. Gli unici oggetti con cui lavorare sono un letto, due sedie e gli abiti dai colori forti e simbolici che con loro danzano una partitura serrata di cambi e di trasformazioni. Lo spettacolo ha un sapore nordico, un rigore fatto di direzioni, ritmo e spazio, per riuscire a riportare ciò che sentii dopo la prima lettura della prima stesura  de L’Attesa, ovvero il ritrovare  drammaturgicamente nel testo tutto ciò che c’è di materico e forte nel teatro veneto, nella mia lingua originaria, specialmente quello goldoniano, sapientemente mescolato ad autori amatissimi come  Bergman, Ibsen, Strindberg e anche Genet».                                                                                                         Michela Cescon

«Mia moglie era in attesa di nostra figlia Giulia e io stavo leggendo le memorie di Casanova. Le avventure del grande seduttore si accompagnavano all’esperienza che stavo vivendo, con il procedere della gravidanza il corpo di mia moglie cambiava e insieme cambiava anche il rapporto che lei aveva con sé stessa e con le altre donne. La sentivo parlare con le sue amiche e intessere facilmente discorsi anche con donne molto diverse da lei, si scambiavano emozioni, consigli, paure e speranze. C’era tra loro una corrente di grande energia comunicativa. Proprio a partire da un dato intimo come quello del corpo gravido, le donne costruiscono una rete di confidenza e complicità di cui gli uomini sono assolutamente incapaci. Il maschio mito Casanova con la sua dispersiva sessualità, mi sembrava la prova di questa incapacità, cominciai così a pensare a una storia che mettesse a confronto. donne diverse entrambe incinte dello stesso uomo assente»

Remo Binosi

Nel 2022 ricorre anche il ventennale della prematura scomparsa di Binosi, personalità originale ed eclettica: giornalista e autore di teatro, ci ha lasciato testi interessantissimi per l’impronta non realistico e spesso  dedicati alle donne con profondità e leggerezza: oltre l’Attesa ricordiamo il Martello del Diavolo, La Regina Margot, Betty.

https://www.teatrodidioniso.it/wp-content/uploads/Elle-10-marzo22.pdf

https://www.teatrodidioniso.it/wp-content/uploads/GRAZIA-10-MARZO-22.jpeg

https://www.teatrodidioniso.it/wp-content/uploads/Agenda-Sette_22.04.2022.pdf

https://www.teatrodidioniso.it/wp-content/uploads/informazione.it-Lattesa-recensione-100322.pdf

https://www.teatrodidioniso.it/wp-content/uploads/LA-REPUBBLICA-RECENSIONE-170322.jpg

https://www.teatrodidioniso.it/wp-content/uploads/SETTE-11-MARZO-22.jpeg

https://www.teatrodidioniso.it/wp-content/uploads/SIPARIO.IT_.pdf

 

#ogniluogoèunteatro 22 seconda edizione

#ogniluogoèunteatro giunge quest’anno alla sua seconda edizione in una versione decisamente ampliata rispetto al 2021, ancora condizionato dall’emergenza covid che ne aveva suggerito una forma più snella nel rispetto dalla difficile situazione sanitaria.

12  spettacoli 18 repliche e un laboratorio aperto a tutti costituiscono il programma dei 13 giorni di Festival – dal 10 al 23 settembre a Vercelli –  con un’alternanza di luoghi e orari che permetterà a cittadinanza e spettatori in generale di fruire nel corso di una giornata di più spettacoli. Punto di forza e di eccellenza è il coinvolgimento di aziende locali: la pasticceria 7SINS ha creato il CookieFestival, nato dalla creatività di Damiano Gabotti; l’Azienda Vinicola Bes (Bere e Sognare) porterà i suoi vini

#ogniluogoèunteatro è un festival nato per dare un segno forte di ritorno alla socialità e alla condivisione di quel rituale universale che è il teatro con il desiderio di sottolineare con forza che nessuna difficoltà può fermare un’arte come quella teatrale che necessita nella sua forma più essenziale sostanzialmente solo di artisti e pubblico, al di là degli spazi. Il teatro è ovunque e non necessita di sale teatrali, poltrone o sipario, il teatro è ovunque la magia si ricrei, ovunque si realizzi quella dimensione profonda di condivisione tra artista e spettatore, che si tratti di una biblioteca, un museo, una stanza, un’abitazione, ovunque perché, appunto, ogni luogo è in teatro.

#ogniluogoèunteatro è teatro per piccoli gruppi a stretto contatto con gli artisti, in un rapporto autenticamente personale, intimo, che al termine delle recite si esplica in un dopo spettacolo in cui condividere un buon bicchiere di vino, conversazioni e, da quest’anno, un biscotto speciale creato appositamente per il Festival.

#ogniluogoèunteatro, inoltre, riprende la vocazione originaria del Teatro di Dioniso di portare l’azione teatrale in luoghi «altri», molti infatti gli spettacoli della compagnia torinese realizzati nei suoi oltre 25 anni di attività in spazi non teatrali e pensati appositamente per luoghi non convenzionali,  vocazione condivisa con Cuocolo/Bosetti, storica compagnia italo-australiana di stanza, dopo una lunga e fortunatissima serie di stagioni a Melbourne, e di tournée in Europa e negli Stati Uniti, a Vercelli, dove Roberta Bosetti è nata e dove ha sede la sua abitazione di famiglia divenuta ormai un luogo teatrale per eccellenza che  ha visto la nascita e la messa in scena di una lunga teoria di spettacoli ormai entrati nella storia del teatro, a cui, con gli anni, si sono aggiunti luoghi della quotidianità e della realtà come la metro, i musei, le piazze, le vie, le stanze d’albergo come  possibili tavolozze con cui dar vita al teatro.

Ad inaugurare il Festival sabato 10 settembre alle 19 (partenza da Palazzo Pasta via Duomo, 2) sarà LE VIE DEI CAMPI  di Cuocolo-Bosetti e Carlot-ta presentato in prima nazionale e realizzato con il contributo di  Associazione d’irrigazione Ovest Sesia – Consorzio di Bonifica della Baraggia B.se e V.se – ATL Valsesia Vercelli – Teatro di Dioniso

Informazioni

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CANTATA CONTRO LA GUERRA. VERSO LA DOLOROSA

Teatro di Dioniso prende parte – insieme a Frida Kahlo Productions, Produzioni Fuorivia, Spin Time e in collaborazione con PAV Centro Alta Formazione Teatro – alla realizzazione di un Progetto molto speciale LA DOLOROSA  ideato da Cristian Ceresoli (pluripremiato autore dello spettacolo LA MERDA)  e che vede in scena ancora una volta SILVIA GALLERANO qui  insieme a FABIO MONTI e GIANLUCA CASADEI (fisarmonica). Completano il cast il coro delle adolescenti Lara Ceresoli, Francesca Barba, Anna Maschietti

Martedì 19 e mercoledì 20 dicembre alle 20.30 il Teatro Palladium di Roma ospita CANTATA CONTRO LA GUERRA. VERSO LA DOLOROSA  straordinaria occasione di assistere ad un’ anteprima in forma di  concerto per il Natale 2023: un momento unico per ascoltare dal vivo, in anticipo di un anno sul debutto ufficiale, l’opera musicale degli artisti artefici del successo mondiale de La Merda.

Uno spettacolo originale che sembra un concerto ma che è anche un musical (e una festa) dove a ballare sono i corpi di chi ascolta e dove ci si lascia trascinare, cantando, in coro, sulle strade della Palestina da una banda di ragazzini che con il loro entusiasmo e un capitano un po’ speciale – tra una partita di pallone e i carri armati – mette in piedi una festa mondiale che, per un momento, sembra davvero cambiare la storia.

«Ho desiderato scrivere una canzone, ma che durasse settanta minuti, e da lì vedere cosa ne sarebbe successo.
Ma forse, ancor più che una canzone, ho provato a scrivere una festa.
Una festa dove un branco di tredicenni si rivolta.
Una specie di inno alla gioia.»
Cristian Ceresoli

 

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#OGNILUOGOEUNTEATRO 2023 terza edizione

Siete pronti per fare insieme un altro fantastico viaggio nella poesia e nella bellezza? Ecco cosa vi aspetta a Vercelli e dintorni dal 8 al 21 settembre: 12 spettacoli, 7 repliche, 10 diversi luoghi vini della cantina B&S (Bere e sognare) e il nuovo Cookie Festival che la Pasticceria 7Sin ha creato per noi e per voi.

E quest’anno #ogniluogoèunteatro incontra l’arte contemporanea con Post_me (beauty is a rare thing_la bellezza è una rara cosa) a cura di Max Bottino

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Venerdì 8 settembre ore 21.00

STUDIO 10 CITYGALLERY – PIAZZETTA PUGLIESE LEVI 9

A.M.A FACTORY/TEATRO LIBERO DI PALERMO

in collaborazione con Asterlizze Teatro

DAL SOTTOSUOLO – UNDERGROUND

dal progetto «Fahrenheit 2020 #ArtNeedsTime»

ideato da Il Mulino Di Amleto

di e con Barbara Mazzi, Francesco Gargiulo

con la partecipazione di Christian Di Filippo // supervisione a cura di Marco Lorenzi e Alba Maria Porto consulenza drammaturgica Enrico Pastore // consulenza tecnica Adriano Antonucci, Giorgio Tedesco, Massimiliano Bressan //musiche originali Elio D’Alessandro


Sabato 9 settembre, ore 21.00

COLLEZIONE MARAZZATO – S.P. 31 DEL MONFERRATO – STROPPIANA (VC)

FROSINI TIMPANO // GLI SCARTI // KATAKLISMA TEATRO

in collaborazione con Armunia

ECCE ROBOT! CRONACA DI UN’INVASIONE

ispirato liberamente all’opera di Go Nagai

di e con Daniele Timpano

disegno luci e voce narrante Marco Fumarola // musiche originali Michela Gentili e Natale Romolo montaggio audio Lorenzo Letizia // editing e missaggio Marzio Venuti Mazzi // aiuto regia Valentina Cannizzaro


Domenica 10 settembre, ore 16.00

PARCO CAMANA – ANFITEATRO – VIA XX SETTEMBRE

LE MAT

LE STORIE DEL MATTO

di e con Matteo Curatella

Segue merenda     Ingresso gratuito con prenotazione

 ore 17.00

MUSEO BORGOGNA – VIA A. BORGOGNA 4

URBAN EXPERIENCE // NUVOLA PROJECT

LIBRO LIBRIDO // PERFORMING MEDIA un futuro remoto

 Talk performante a cura di Urban Experience e Nuvola Project

con Carlo Infante, Gaia Riposati, Massimo Di Leo


Martedì 12 settembre, ore 21.00

COLLEZIONE MARAZZATO – S.P. 31 DEL MONFERRATO – STROPPIANA (VC)

BEPPE CASALES // CAMPO TEATRALE

IL MONSONE. UNA STORIA DI CAPORALATO

ispirato al libro «Sotto padrone» di Marco Omizzolo (ed. Giangiacomo Feltrinelli)

di e con Beppe Casales

musiche originali e editing video di Beppe Casales

poster artwork Aayna Vinaya

progetto vincitore di «Theatrical Mass 2019»

con il patrocinio di «Amnesty International Italia»

e di «Avviso Pubblico – Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione»


Mercoledì 13 settembre, ore 21.00

VICOLO SCHILKE – VIA DOTTOR UGO SCHILKE

COMPAGNIA 47

LA VITA HA UN DENTE D’ORO

drammaturgia Rita Frongia

con Francesco Pennacchia, Gianluca Stetur

regia Claudio Morganti

Uno spettacolo di archeologia teatrale. Alle origini del gioco


Giovedì 14 settembre e venerdì 15 settembre ore 21.00

CASACUOCOLOBOSETTI – VIA ARIOSTO 85

BABILONIA TEATRI // LA CORTE OSPITALE

IO ESCO // installazione/performance per spazi non teatrali

di Enrico Castellani e Valeria Raimondi

con Olga Bercini

opere a cura di Daniele Costa, Nadia Pillon, Elisa Pregnolato, Jonel Zanato, Fabio Orioli

direzione tecnica Luca Scotton//collaborazione artistica Stefano Masotti

con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Compagnia di San Paolo in collaborazione con Fondazione    TRG


Venerdì 15 settembre, ore 19.00 // Repliche: sab 16 e dom 17 settembre ore 19.00

BORSA MERCI CAMERA DI COMMERCIO – PIAZZA RISORGIMENTO 12

CUOCOLO/BOSETTI IRAA THEATRE // CARLOT-TA //TEATRO DI DIONISO

in collaborazione con Associazione di irrigazione Ovest Sesia // Camera di Commercio di Vercelli

OPERA 3.0/ SOLDI

liberamente ispirato a personaggi e situazioni de «L’Opera da tre soldi» di Bertolt Brecht

DEBUTTO NAZIONALE

 ideazione e regia Renato Cuocolo // con Roberta Bosetti e Carlot-ta

musiche eseguite dal vivo da Carlot-ta


 Domenica 17 settembre, ore 16.00

PARCO CAMANA – ANFITEATRO – VIA XX SETTEMBRE

LE MAT

VIAGGIO NELLA «FANTASTICA»

di e con Matteo Curatella

Segue merenda         Ingresso libero con prenotazione

ore 18.30  // 21.00

SALONE DI PARRUCCHIERE – VIA GIUSEPPE RIGOLA 13

GIANLUCA MERCADANTE incontra BANDA PUTIFERIO

LE TRASMISSIONI RIPRENDERANNO IL PIÙ PRESTO POSSIBILE.

DIARIO DI UN PARRUCCHIERE IN QUARANTENA

di Gianluca Mercadante

con Gianluca Mercadante

Daniele Manini (voce e fon), Roberto Barbini (fisarmonica senza tinta), Sonia Cenceschi (chitarra permanente), Sam Torpedo (percussioni a caschetto)


Lunedì 18 settembre, ore 18.00

A.N.G.S.A. – CORSO PALESTRO 86

MAROTTA&CAFIERO // VODISCA TEATRO

LA SCUGNIZZERIA: UNA PIAZZA DI SPACCIO DI LIBRI

Incontro con Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiolo

    Ingresso libero con prenotazione

ore 21.00

VICOLO SCHILKE – VIA DOTTOR UGO SCHILKE

VODISCA TEATRO

REQUIEM PER UN BURATTINO

regia collettiva

con Luca Arenella, Vincenzo Fortunato, Miriana Pennacchio, Lucia Cioffi, Rosanna Marotta


Giovedì 21 settembre, ore 21.00

CHIOSTRO EX CHIESA SANTA CHIARA – CORSO LIBERTÀ 300

CRANPI

 RIMBAMBIMENTI. Un Ted talk senescente in salsa Punk

di e con Andrea Cosentino

drammaturgia sonora e musica dal vivo Lorenzo Lemme // progetto scenico Paola Villani

realizzazione marionetta A e B // luci Raffaella Vitiello // costumi Anna Coluccia

aiuto regia Alessandra De Luca // collaborazione artistica Michela Aiello, Rita Frongia, Giulio Sonno

con il contributo di MiC – Ministero della Cultura con il sostegno di Fortezza Es


INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

La prenotazione agli spettacoli  è obbligatoria

Puoi prenotare tutti i giorni dalle 9.30 alle 20.00 al numero: + 39 3452697208 (attivo dal 31 agosto)

Oppure tramite e-mail:  info@teatrodidioniso.it

Dopo lo spettacolo momento di convivialità in compagnia degli artisti, dei vini di B&S srl e del Cookie Festival creato da Pasticceria 7sins


BIGLIETTI

Biglietto unico €10,00     

I biglietti saranno acquistabili ESCLUSIVAMENTE:

al Festival Point c/o Associazione di Irrigazione Ovest Sesia Via Duomo n° 2

dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 13.30; martedì e giovedì dalle 16.00 alle 18.30

presso i punti vendita oppure on line su: ciaoticket.it

Prevendita Autorizzata Ciaotickets Tangenziale Sud, 13 C/o Carrefour

Per gli altri Punti vendita: https://www.ciaotickets.com/punti-vendita

Non sarà possibile acquistare i biglietti la sera dello spettacolo

PROMOZIONE SPECIALE UNDER 18

Non hai compiuto ancora 18 anni? Per te l’ingresso è gratuito!

FESTIVALCARD

se assisti a 4 spettacoli il quinto te lo regaliamo!

Se assisti a tutti e 10 gli spettacoli a pagamento avrai due ingressi gratuiti

Ritira la Festivalcard presso il Festival Point o la sera prima dello spettacolo

 ACCESSIBILITÀ

Tutti i luoghi di spettacolo sono privi di barriere architettoniche

Se hai un cane da accompagnamento sarà il benvenuto

In fase di prenotazione potrai segnalarci esigenze specifiche

e ci adopereremo per soddisfarle

 SCONTI E AGEVOLAZIONI PER IL NOSTRO PUBBLICO

Con la Festivalcard e/o il biglietto dello spettacolo sconto 10% su tutte le consumazioni

da VICOLO SHILKE e PIZZERIA PIEDIGROTTA (Corso Libertà 87)

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SVELARSI

…Quello che mi è chiaro è che Svelarsi non è uno spettacolo e basta. Potremmo definirlo una miccia: un evento che accende delle curiosità, delle domande, una visione che interroga. Potremmo definirlo un pretesto: una scusa per trovarsi in una platea separata e osservare l’effetto che ci fa. A me piace chiamarlo esperienza o un’osservazione, perché è ancora aperta dentro di me la domanda di quale sia il risultato finale di questo percorso. Credo che possa essere scritto solo con le persone che vi assistono        (Silvia Gallerano)

Svelarsi: un progetto di Silvia Gallerano –  a cura di Teatro di Dioniso in collaborazione con PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe. Uno spettacolo/esperimento per sole donne e chi si sente tale. Con solo corpi femminiliper una platea solo femminile. Un cammino condiviso in scena da dieci donne. Un’esperienza per tutte. 

Mi sento invasa dai consigli non richiesti

dal mio bisogno di sembrare sempre dignitosa

dai libri sul mio comodino.

Mi sento invasa dagli insetti

dalle cimici dalle ciglia indebolite

dai capelli, prodotti per capelli, capelli nel letto, per terra, capelli bianchi.

Mi sento invasa dall’elettricità

dalla luce e la luce al neon bianca dei negozi

dal riscaldamento a schiaffo quando ci entri

dal produci consuma produci consuma produci consuma.

Mi sento invasa dalla dipendenza dall’erba che non mi fa ricordare i sogni al mattino

dai mezzi pubblici la notte quando ci sono solo maschi a bordo

da mia madre che ancora mi sbuccia la frutta

Guarda il trailer: https://www.dropbox.com/sh/8vm7d4noa6tzlqv/AADQwPEWoq1ywHsYCQrXyvdma/Svelarsi%3AUnveil%20Trailer?dl=0&lst=

Ora io vi sembro piccola. Vi ingannate. Fra poco porterò 53 di piede. Le mie cosce misureranno 2 metri di diametro. I capelli cresceranno spessi come crini di cavallo. Gli occhi saranno talmente grandi che nelle orbite non ci staranno. Le mani, poi, saranno gigantesche e quando ne alzerò una per grattarmi la testa, scapperete via, terrorizzati. Sarò enorme (…) Non vi sembrerò più piccola. Sarò sconfinata

Svelarsi è un’altalena tra questi stati: un senso di invasione, una mancanza di spazio, una compressione, da una parte. La potenza, lo strabordare, la risata travolgente, dall’altra. La cultura patriarcale che ancora ci circonda, insegna alle donne, sin da piccole, a limitare i propri desideri di potenza, ad accettare invasioni di campo da parte dell’altro sesso (dove il campo è il corpo), a mettersi in disparte e per senso di costrizione spesso a esplodere.

Si parte da vissuti diversi che hanno una nota comune: di umiliazione, di mutilazione, di invisibilità. Messi insieme, tutti questi vissuti, si mostrano per quel che sono: semplici soprusi, spesso meschini. Ne si vedono i contorni tragicomici, si impara a riderci su e a rispondere con una potenza che non è stata sopita.

Il lavoro di scrittura è un lavoro condiviso: ogni attrice ha scritto con le parole o con il proprio corpo la sua presenza in questo lavoro. La scrittura è una scrittura non solo di parole, anzi, soprattutto di corpi. Le parole a volte sono gli inganni, il rumore dell’abituale: i corpi, in questi momenti di “svelamento”, rivelano la vera essenza, il discorso non articolato ma presente.

Anche per questo Svelarsi si rivolge a un pubblico esclusivamente di donne (cis, trans e non binarie). Tutte quelle insomma che si sentono (anche) donne: non si tratta solo di creare uno spazio sicuro per chi è sul palco, ma anche di permettere a chi guarda di sentire il proprio corpo risuonare più profondamente con quello che vede, nudo, in scena.

Clicca qui e diventa produttore! https://gofund.me/cda2fc9d

Svelarsi Solo corpi femminili: è questo l’esperimento

drammaturgia e regia di Silvia Gallerano // di e con Giulia Aleandri, Elvira Berarducci, Smeralda Capizzi, Benedetta Cassio, Livia De Luca, Serena Dibiase, Chantal Gori, Giulia Pietrozzini e Silvia Gallerano

Produzione Teatro di Dioniso//in collaborazione con  PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe

con il contributo di MiC – Ministero della Cultura e Regione Lazio

è attiva una campagna di crowdfunding: vuoi diventare produttore dello spettacolo?

30 settembre |  Teatro Fellini – Pontinia | ore 21.00

3,4, 5 novembre | Spazio Rossellini – Roma | 3 nov ore 21.00; 4 e 5 nov doppia replica ore 18.00 e ore 21.00

6 novembre | Teatri Le fenice – Arsoli  | ore 21.00

14 novembre | Teatro Carcano – Milano   | ore 20.00

1 dicembre | Teatro Tor Bella Monaca – Roma  |ore 18.00 e ore 21.00

https://27esimaora.corriere.it/22_ottobre_03/corpo-parla-svelarsi-scena-nudita-87a0992e-42f2-11ed-992f-919085eb621d.shtml

BOTTONI

BOTTONI mette in scena la tradizione della favola, partendo dai classici del genere, puntando su un innovativo metodo di narrazione. Ricreando la struttura tipica di ogni racconto di fate (Il distacco, la sventura, la foresta misteriosa, le terre lontane, la sposa etc.) utilizza a piene mani i personaggi iconici dell’immaginario fiabesco.

Così troveremo insieme Il Principe Azzurro, chiamato qua Affascinante, la Bella Addormentata, Pollicino, Hansel, Gretel, Biancaneve e in una rumorosa Casa di Correzione per i Cattivi delle Fiabe incontreremo insieme alla strega, i quaranta ladroni, l’Orco, Lucignolo e finanche Geppetto, se pur qui per un errore giudiziario. Materiali poveri e quotidiani, facilmente reperibili, attraverso un uso immaginativo diventano i protagonisti del racconto. Su tutto i bottoni, che si trasformano nei personaggi principali, così come un guscio di noce diventa una nave, che per quanto ne sappiamo, può affondare in un bicchier d’acqua.

Insieme al racconto di classici della narrativa per l’infanzia lo spettatore viene esposto e stimolato ad un uso inventivo degli elementi presenti in ogni casa. Viene stimolato alla creazione di un mondo e alla messa in scena partendo da elementi della sua realtà che solo grazie ad uno sguardo diverso possono acquisire sensi, funzioni e significati diversi, stimolando, nel piccolo ascoltatore un uso immaginativo verso la costruzione di universo creativo.

La creatività va come tutte le qualità stimolata ed è proprio questo che il progetto si prefigge. Non solo passivo ascoltatore ma produttore di senso, scopritore di possibilità.

Il tutto viene presentato così come, con successo, è stato sperimentato negli ultimi spettacoli con la produzione video live che segue e approfondisce gli elementi della narrazione trasformandoli attraverso le immagini che rinforzano e/o stravolgono la realtà degli oggetti stessi. Un rametto di foglie diventa un bosco, un biscotto la casa di marzapane…

BOTTONI è una proposta innovativa che si rivolge ad un pubblico di tutte le età

BOTTONI 

di Roberta Bosetti

con Annalisa Canetto e Livio Ghisio
regia Renato Cuocolo

Produzione Arteinscacco, Teatro di Dioniso, Iraa Theatre

SVELARSI

Svelarsi è un percorso artistico ideato da Silvia Gallerano che Teatro di Dioniso ha deciso con gioia di accompagnare. Un laboratorio o una residenza, un cammino condiviso che potrà portare alla realizzazione di uno spettacolo.

Il laboratorio Svelarsi sarà a Parole d’Artista #ogniluogoèunteatro, che si svolgerà a Vercelli e Stroppiana dal 11 al 26 settembre 2021, dal 11 al 19 settembre presso Officina Teatrale degli Anacoleti (Corso De Gregori, 28)

Il laboratorio si svolge in 7 giorni – da sabato 11 a venerdì 17 settembre – presso lo spazio Officina Teatrale degli Anacoleti (corso De Gregori, 28). Oltre a Silvia Gallerano saranno presenti 4 donne del gruppo originario al quale si aggiungeranno un massimo di 8 donne; le donne «originarie» saranno le depositarie dei materiali e le guide delle altre che si inseriscono;  l’ultimo giorno si arriverà a costruire una sequenza di materiali già esistenti nella struttura di partenza e di scene portate, scritte, nate dalle nuove arrivate. Si potrà decidere di mostrare o meno questo filage provvisorio, ma comunque sempre secondo la regola del pubblico solo femminile.

Il lavoro sarà strutturato in:

– 6 giorni di laboratorio (partiremo sempre dal testo La Merda di Ceresoli, che apre le porte tematiche per poi abbandonarlo)

-1 giorno per comporre il materiale ed eventualmente mostrarlo.

Programma

Sabato 11 settembre: presentazione e inizio lavori (dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.00);

domenica 12 settembre: dalle 12 alle 14 e dalle 15.30 alle 19.30

da lunedì 13 a venerdì 17: dalle 18.30 alle 22.30

sabato 18 e domenica 19, ore 18 dimostrazione di lavoro presso Officina Teatrale degli Anacoleti  per un pubblico di sole donne. La presentazione al pubblico è subordinata alla disponibilità delle partecipanti al laboratorio

Costo: euro 150,00

Info e iscrizioni: info@teatrodidioniso.it

Ph: 328.4592121 (dal lunedì al venerdì: 9.00/13.00 e 14.30/18.30 sab. e dom.: 9.30/14.30)

La storia Il progetto è nato come effetto/precipitato del laboratorio per sole donne sul testo de La Merda di Cristian Ceresoli. Trattandosi di un monologo che già da testo è da interpretare nude, il laboratorio ha coinvolto sole donne e si è concentrato sulla nudità e sui temi che sono trattati dal testo: la relazione col proprio corpo, il senso di inadeguatezza, le umiliazioni e le auto-umiliazioni inflitte e subite, la potenza e la liberazione. Già durante il primo laboratorio ho percepito le enormi potenzialità del luogo che si creava immediatamente: un ambiente sicuro, dove sentirsi libere di condividere e rispecchiarsi, con l’effetto immediato di riconoscersi e darsi forza. Da qui è nata la voglia di portare avanti il percorso, che al momento conta già vari laboratori e due aperture pubbliche, sempre per un pubblico di sole donne, a garanzia di un senso di protezione che permetta uno svelamento più profondo.

IL PROGETTO

Quello che mi è chiaro è che Svelarsi non è uno spettacolo e basta. Si tratta di un percorso su una durata di tre anni, che pone le basi del suo delinearsi nell’incontro con altre persone, possibilmente in diverse città, e che solo alla fine di un viaggio approderà ad un risultato scenico. Per il momento il lavoro non deve quindi abbandonare la sua fonte laboratoriale per trasformarsi solo alla fine in un prodotto confezionato e finito. Immagino quindi un dispositivo continuamente in movimento, che si nutra di un dentro e di un fuori: un gruppo stabile che si lascia continuamente invadere da persone nuove, che si inseriscono nelle scene già esistenti, le arricchiscono, portano altri materiali, entrano, escono. Come se il bacino fosse molto più grande dell’isola che poi emerge e si mostra. Il percorso quindi dovrebbe strutturarsi in momenti laboratoriali e momenti residenziali; entrambi i momenti si concludono con aperture pubbliche rigorosamente per una platea solo femminile, in cui si mostra il materiale che si decide di “svelare”. Nei 3 anni il percorso si strutturerà in 3 momenti laboratoriali e 4 momenti residenziali (un laboratorio e una residenza per i primi due anni, un laboratorio, due residenze e il debutto per il terzo). I laboratori saranno aperti alla partecipazione di 8 donne professioniste e non, accompagnate e sostenute dalla presenza di 4 attrici del nucleo originario. Ogni laboratorio si concluderà con un’apertura pubblica (per un pubblico solo femminile).

Nelle residenze invece saranno coinvolte 8/10 attrici. Le residenze dei primi 2 anni e la prima del terzo si concluderanno con un’apertura pubblica. L’ultima residenza sarà più lunga e si concluderà con il debutto e le prime repliche vere e proprie.