Thérèse e Isabelle (2014)
PRIMO STUDIO
Nel maggio del 1954 Simone de Beauvoir presentò a Gallimard, dove aveva un grande potere, il manoscritto di un’ opera intitolata ‘Ravages’, cioè Devastazioni.
PRIMO STUDIO
Nel maggio del 1954 Simone de Beauvoir presentò a Gallimard, dove aveva un grande potere, il manoscritto di un’ opera intitolata ‘Ravages’, cioè Devastazioni.
È la notte di capodanno del 31 dicembre 1976 e il surreale cenone a casa di Luc e Jean, in un modernissimo appartamento di un grattacielo nel quartiere La Défense di Parigi, si trasforma in pretesto per svelare le illusioni,
Di Testori, autore per me seminale, non ho mai messo in scena opere teatrali, mi ha sempre affascinato il Testori parallelo, sublime, avventuroso ed emozionale critico e mercante d’arte.
Dice Testori a proposito dell’Amleto: «La grandezza dell’Amleto è tutta in questo rompersi della dimensione formale che si lascia trapassare e fa spazio all’urlo profetico che l’opera propriamente contiene ed esprime.
«Con la presente, mi permetto di proporvi la prima tragedia naturalistica della letteratura drammatica svedese, e vi prego di non respingerla alla leggera, se non volete pentirvene più tardi, perché, come dicono i tedeschi: farà epoca»: così August Strindberg scrive nell’agosto 1888 all’editore Bonnier, che respingerà l’opera perché troppo scandalosa. Signorina Giulia è la storia di un incontro estremo e distruttivo, lungo tutta una notte, tra la figlia di un conte (la Giulia del titolo) e Giovanni, il servitore-tuttofare di suo padre.
Quartett, scritto da Heiner Müller nel 1982, condensa e incendia la materia de Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos, oggetto delle fortunate trasposizioni cinematografiche di Milos Forman e di Stephen Frears.
Shakespeare / Venere e Adone in concerto è la versione disidratata dello spettacolo che ha debuttato nel dicembre 2007, facendo ottenere a Malosti nel 2009 (insieme a Quattro Atti Profani di Tarantino) il premio della associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT) per la regia.
Uno straordinario e sconosciuto poema di Hermann Melville, uno scosceso massiccio poetico, come dice Elemire Zolla, dove si perdono i confini tra viaggio reale e spirituale, alle fonti del Cristianesimo e dei suoi luoghi d’elezione.
La lunga frequentazione di Valter Malosti con l’opera in versi di Shakespeare ha prodotto nelle passate stagioni piccoli gioielli teatrali come Venere e Adone, premio Associazione Nazionale Critici di Teatro 2009. Lo Stupro di Lucrezia venne pubblicato nel 1594, l’anno successivo alla stampa di Venere e Adone. I due poemi sembrano formare una specie di dittico simmetricamente contrappuntato, in cui la seconda tavola rovescia la prima: dallo sfondo giorgionesco del primo con conigli, cani, cavalli e cinghiali si passa ad un tragico notturno, immerso in una livida oscurità caravaggesca squarciata dalla luce di una torcia.
Una donna esamina il suo volto allo specchio: con morbosa attenzione controlla che i segni dell’inquietudine che la tormenta non ledano la sua immagine. Così inizia “Senso”, la più fortunata delle novelle di Camillo Boito, uscita nel 1883 a chiudere la raccolta “Storielle vane”.