Parole d'Artista X

PICCOLA SOCIETÀ DISOCCUPATA

MERCOLEDÌ 10 FEBBRAIO 2016
ASTI | TEATRO GIRAUDI | ORE 21.00

regia e drammaturgia Beppe Rosso

PICCOLA SOCIETÀ DISOCCUPATA
dal teatro di Rémi De Vos

Nell’era dell’automazione la crescita cessa di essere generatrice di occupazione, anzi la distrugge….Un intero periodo storico sta per tramontare: quello in cui il lavoro umano era alla fonte di ogni ricchezza. In gestazione da anni la terza rivoluzione industriale è cominciata” André Gorzt

Il testo di Rémi De Vos propone un calembour di situazioni che toccano quasi tutti i ruoli che attualmente offre il mercato del lavoro: il precario, l’interinale, il disoccupato, il freelance, l’occupato a tempo indeterminato o l’occupato in via di licenziamento. Più situazioni legate da un filo rosso che nell’insieme ricostruiscono la “commedia” del mondo del lavoro in questa società postindustriale. Il testo non offre soluzioni ma ci mette a confronto e ci presenta la “complessità” del momento trasformandola in puro gioco teatrale.
Tre attori formano una “piccola società disoccupata” (o sul punto di esserlo) interpretando vari ruoli in un gioco cinico ed esilarante; sono personaggi che si dibattono con astuzia in una lotta senza esclusione di colpi per conservare o trovare lavoro, una lotta del tutti contro tutti, in cui non mancano slanci d’amore, ingenuità e momenti di grande illusione; quell’illusione che aiuta a vivere e dà la forza di andare avanti nonostante le situazioni avverse.
E’ un viaggio dentro il mondo del lavoro contemporaneo, dove si evidenzia la fragilità individuale che di volta in volta si trasforma in astuzia o in follia solitaria. Astuzia e follia che sono tipiche strategie arlecchinesche per sopravvivere in un mondo insicuro ed individualista. Una commedia contemporanea dove ogni scena apparentemente reale attraverso lo humor e il paradosso viene portata ad estreme conseguenze generando situazioni tragicomiche irresistibili.

Attraverso il testo di Rémi De Vos, autore francese, tra i maggiori degli ultimi decenni, acclamato da pubblico e critica in patria, ma ancor pressoché sconosciuto in Italia, l’allestimento ci fa entrare nei drammi attuali del lavoro con un linguaggio imprevedibile ed incalzante che scarta qualsiasi deriva retorica e rivela l’assurdo “indecifrabile” che stiamo attraversando.

In un mondo in cui tutto è mercato, l’uomo è smarrito e rischia di svanire travolto da una mutazione sociale ed antropologica dominata da “manager” ed “esperti” che fanno derivare la loro autorevolezza trincerandosi dietro formule matematiche, statistiche e ricerche di mercato.
Il teatro, mestiere antico e lento, può tentare di fermare un attimo, non più di un attimo, questo vortice e riportare al centro l’uomo, le sue paure, le sue contraddizioni, le fragilità e i paradossi che incontra sulla strada del lavoro.
Impossibile trovare una soluzione, solo l’ironia può svelare cose che la ragione e i dati statistici non ci fanno comprendere.

Chi crede possibile una crescita infinita in un mondo finito, o è pazzo o è un economista” Kenneth Boulding

  • traduzione Luca Scarlinicon Ture Magro, Barbara Mazzi, Beppe Rosso
  • scene e luci Lucio Diana
  • movimento Ornella Balestra
  • assistenti alla regia Valeria Tardivo, Federica Alloro
  • regia e drammaturgia Beppe Rosso
  • una produzione ACTI Teatri Indipendenti con il sostegno del Sistema Teatro Torino e Provincia