L’ORIGINE DEL MONDO

MARTEDI 8 APRILE 2014  ASTI-TEATRO ALFIERI – ORE 21.00

Calamaro / Deflorian / Santoro / Piperno/ ZTL

L’ORIGINE DEL MONDO, ritratto di un interno

Nel 2012 lo spettacolo ha ottenuto:

Premio UBU nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica a Lucia Calamaro
Premio UBU Miglior attrice a Daria Deflorian
Premio UBU ex aequo Miglior attrice non protagonista a Federica Santoro

I 3 atti:
Donna melanconica al frigorifero
Certe domeniche in pigiama
Il silenzio dell’analista

 

Note di regia

Di fronte al tempo, alle crisi alle mutazioni esistenziali
Magari sotto pressione, impotente, spesso isolato
Comunque inadeguato al rapporto ma lo stesso presente.
Decisamente depresso e si vede, uno fa fatica però vive, trova strategie, si inventa.
Si tratta di reagire.
O al meglio: adattarsi.
Come si sta di fronte alle cose, quando peggio del rapporto con Uno, c’è solo il rapporto con gli
Altri?
Lo sappiamo? Lo possiamo sapere? Esiste un IO generico guida?
Non so. Non mi pare. Da qui non mi azzardo alla teoria.
Passiamo allora allo studio di un caso.
Daria non esce più. Da qui, dalla tana, constata che lei di umano ne conosce veramente solo uno,
convivono nello stesso corpo, e a volte si distrae anche da lui. Se lo perde, non lo capisce.
Questa relazione fluttuante e disattenta spesso fa si che si ritrovi a non essere contemporanea
neanche di se stessa.
Un convivente, anche lui suo malgrado familiarizzato con l’umano di Daria, visto che ne dipende
affettivamente, la richiama a lei e al tempo: la Figlia.
È lei che mantiene il mondo. Lei, Federica, è il suo Atlante domestico.
Tanto che a volte uno si chiede chi ha messo al mondo chi, in questa faccenda.
Nella casa in cui si muove con sua figlia, temporaneamente rinchiuse in cerca di un senso
ritrovato, appaiono figure della soglia, abitanti del dentro-fuori, che irrompono e agiscono. Figure
queste, tutte animate dalla stessa volontà: tirarla fuori. Si avvicendano su scena strappandole alla
loro intimità duettistica l’analista, sua madre, la cameriera, suo marito. Gente che sta più fuori che
dentro, ma a volte anche troppo dentro o troppo fuori.
Insomma, ma che ne sanno loro della fatica necessaria a snodare gli intrecci traumatici nascosti
nelle geometrie del profondo? Eppure.

Lucia Calamaro

  • scritto e diretto da Lucia Calamaro
  • con Daria Deflorian, Federica Santoro, Daniela Piperno
  • disegno luci di Gianni Staropoli
  • realizzazione scenica di Marina Haas
  • aiuto regia Francesca Blancato
  • produzione e comunicazione 369gradi, PAV
  • prodotto da ZTL_pro con il contributo di Provincia di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali in coproduzione con Armunia e Santarcangelo 41° Festival internazionale del teatro in piazza in collaborazione con Fondazione Romaeuropa, Palladium Università Roma Tre, Teatro di Roma