THE GRAND INQUISITOR

PETER BROOK /BRUCE MYERS
tratto da I fratelli Karamazov di Dostoevskij

Venerdì 26 novembre 2010 ore 21.00

Centro Giraudi (ex Chiesa di San Giuseppe)

Ogni spettacolo diretto da Peter Brook è sempre qualcosa di più di un semplice lavoro teatrale. Anche “The Grand Inquisitor”, tratto dal capitolo omonimo de “I fratelli Karamazov” e adattato da Marie Hélène Estienne, conferma questa sensazione. Estremamente essenziale, la piéces permette ad un attore di qualità straordinarie come Bruce Myers, nel ruolo di vecchio cardinale-inquisitore, di vivere e trasmettere al pubblico con la sola forza del viso e l’espressività della parola i sentimenti contrastanti che questo monologo-interrogatorio può evocare in ciascuno di noi.
L’azione ha luogo a Siviglia, durante il XVI secolo. E’ il tempo in cui atroci delitti vengono eseguiti dall’Inquisizione in nome di Dio e della Chiesa. Il testo racconta il ritorno di Cristo in terra. In Dostoevskij, Cristo è condannato dal cardinale-inquisitore per aver risvegliato le coscienze, dando loro la possibilità del libero arbitrio, ma, alla fine, riesce a perdonare ancora una volta i suoi giudici. In teatro invece la metaforizzazione del concetto di perdono assume un ruolo diverso, diventa molto più personale, quasi come se Brook volesse utilizzare il metodo diretto del teatro per “privatizzare” la dimensione del perdono e dirigersi verso ogni singolo spettatore.

* spettacolo fuori abbonamento in lingua inglese con sottotitoli in italiano posti limitati

Ogni spettacolo diretto da Peter Brook è sempre qualcosa di più
di un semplice lavoro teatrale. Anche “The Grand Inquisitor”,
tratto dal capitolo omonimo de “I fratelli Karamazov” e adattato
da Marie Hélène Estienne, conferma questa sensazione.
Estremamente essenziale, la piéces permette ad un attore di
qualità straordinarie come Bruce Myers, nel ruolo di vecchio
cardinale-inquisitore, di vivere e trasmettere al pubblico con la
sola forza del viso e l’espressività della parola i sentimenti
contrastanti che questo monologo-interrogatorio può evocare in
ciascuno di noi.
L’azione ha luogo a Siviglia, durante il XVI secolo. E’ il tempo in
cui atroci delitti vengono eseguiti dall’Inquisizione in nome di Dio
e della Chiesa. Il testo racconta il ritorno di Cristo in terra.
In Dostoevskij, Cristo è condannato dal cardinale-inquisitore per
aver risvegliato le coscienze, dando loro la possibilità del libero
arbitrio, ma, alla fine, riesce a perdonare ancora una volta i suoi
giudici.
In teatro invece la metaforizzazione del concetto di perdono
assume un ruolo diverso, diventa molto più personale, quasi
come se Brook volesse utilizzare il metodo diretto del teatro per
“privatizzare” la dimensione del perdono e dirigersi verso ogni
singolo spettatore.
  • adattamento Marie Hélène Estienne
  • regia di Peter Brook
  • con Bruce Myers
  • produzione C.I.C.T. / Théâtre des Bouffes du Nord – Paris
  • stage manager Sylvain Mazade
  • luci Philippe Vialatte