Su Amleto Laboratorio

Col nuovo spettacolo che presenterò a partire dalla fine di febbraio del 2013, sale a quattro il numero delle rivitazioni, degli assalti, degli imbastardimenti, “degli strozzamenti” come direbbe Testori, che ho tentato su, e anche contro, questo testo.
Affrontare nuovamente Amleto non è certo per me dunque un puro processo intellettuale ma una sfida fisica e quasi carnale e a questo sfida invito chi vorrà far parte del laboratorio. Potranno entrare a far parte del lavoro, oltre al testo di Amleto, tutte le numerose riscritture o evocazioni successive. I materiali e la traduzione dell’Amleto da usare saranno da concordare una quindicina di giorni prima del laboratorio e dovranno essere mandati a memoria e pronti per l’uso.
Ogni giorno all’inizio del laboratorio ci sarà un lavoro fisico condotto da Alessio Maria Romano che seguirà tutto lo svolgimento del laboratorio.
Non ci sono formule in cui rinchiudere il lavoro che farò su Amleto, ogni testo e ogni progetto che intraprendo sono come mondi sconosciuti da esplorare e attraversare ogni volta con mezzi diversi.
Da settembre 2010 dirigo la scuola per attori del Teatro Stabile di Torino e anche lì stentiamo a dare una definizione univoca del lavoro che facciamo.
Il progetto didattico del corso triennale per attori tenta di valorizzare ed esplorare la ricchezza delle differenze di cui il teatro vive e istiga e favorisce la possibilità per gli allievi di costruire un proprio percorso personale di ricerca espressiva che possa portare ad una auspicata autonomia creativa, senza dimenticare tecnica e pratica quotidiana che interessa mente, voce, corpo e interpretazione. Dunque mi interessa la persona e non l’attore. Ritengo il lavoro sulla presenza e la preparazione fisica indispensabili. Immagino la voce come strumento tecnico ed emotivo, che tenta di esplorare il confine tra voce parlata e canto per superare la lettera del testo.

Valter Malosti

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