Sogno di una notte di mezza estate (1996)

Il lavoro nasce da un laboratorio svoltosi nell’estate del 1996 nell’ambito del Festival delle Colline Torinesi. Una ventina di giovani attori di sette nazionalità diverse hanno lavorato insieme per un mese sotto la guida di Valter Malosti, arrivando a presentare uno studio sulla commedia di Shakespeare.
In una seconda fase, Malosti ha quindi proseguito il viaggio con alcuni di quegli attori per creare, anche attraverso una nuova traduzione di questo “testo-universo”, un nuovo allestimento del Sogno.

Note di regia

Il Sogno di una notte di mezza estate, tragicommedia anche nel senso più ampio di serio ludere, è qui concepito come una grande festa di una comunità in cui prevaricazione e violenza si respirano in modo pesante.
Nelle commedie shakesperiane si trova spesso l’opposizione tra un mondo presentato sulla scena come “reale”, pieno di corti, di ordine e giustizia e altro ancora che per convenzione colleghiamo alla realtà, e il mondo degli spiriti, con la sua magia e i suoi incantesimi, dal quale scaturisce lo scioglimento della commedia. Mondo “notturno” e mondo “reale” sono quindi messi a confronto e profondamente intrecciati fra loro in tutta la commedia, così come la follia e la ragione, l’illusione e la realtà.
«Interesse del drammaturgo non è il credibile – dice N. Frye – ma l’illusione più reale della realtà, la realtà che racchiude tutti i sogni d’illusione».
L’azione è costruita come un arcipelago intorno a tre isole:

Realtà
La prima è la corte ateniese, con Teseo e Ippolita al centro di un gruppo di quattro innamorati. Si vuole applicare una legge assurda e irragionevole: il padre di Hermia, Egeo, si appella alla legge di Atene che prevede la pena di morte, oppure la reclusone  a vita in un convento, per la fanciulla che non accetti di sposare l’uomo scelto da suo padre.

Immaginazione
La seconda isola è rappresentata dal bosco governato da Oberon, Titania e dallo spirito pazzo e tuttofare Puck, che è il vero motore della commedia; bosco in cui abbiamo anche la compagnia di Peter Quince e Bottom da una parte e i quattro innamorati da un’altra. È un mondo di magia, di metamorfosi e di identità confuse, affine al mondo dei sogni.

Teatro
La terza è la rappresentazione teatrale, la “recita” degli operai, il teatro dentro il teatro

Realtà Immaginazione Teatro
In questo contesto Shakespeare intreccia un discorso crudo e profondo sui rapporti tra le persone e soprattutto sull’amore. “Amore non guarda con gli occhi, ma con l’immaginazione…”, dice Elena nel suo monologo iniziale. Nel corso dello spettacolo questo tema diviene polifonico, a più voci, e si può constatare  come l’amore possa trasformare. È quel che capita a tutti gli amanti che nel bosco diventano  altro da ciò che sono; Bottom viene trasformato in un asino, asino che la trasformata Titania vorrà disperatamente amare. Tutto è sprofondato nel caos del bosco e della notte, caos che non troverà pacificazione nella cornice delle nozze di Teseo con Ippolita, da cui parte tutta l’azione e in cui l’azione stessa è racchiusa. E poi c’è il tema del doppio, della luce e del buio, della natura capovolta.
È un’incontro di più mondi; i potenti e i lavoratori, spiriti e vivi, tutti uniti in quell’ultramondo che è il sogno.
Teseo/Oberon, un po’ come Prospero nella Tempesta, conduce il gioco insieme a Puck/Philostrate: uomo e donna, Arlecchino e Dioniso, anima in movimento sospesa tra la notte e la paura del giorno, gorgo in cui confluiscono tutti gli umori e le emozioni, origine dei mutamenti che avvengono in scena, personaggio in bilico perenne tra malinconia e gioia.
Ancora: gli attori ombre degli spettatori e viceversa.
Tutti temi che abbiamo tentato di sviluppare nella creazione di un lavoro fresco e brillante, pieno di energia e malinconico, e che vorrei portasse al pubblico un po’ di quel divertimento da noi provato durante la lunga preparazione.

Valter Malosti

  • di William Shakespeare
  • traduzione e regia Valter Malosti
  • con Barbara Altissimo, Michela Cescon, Adriano De Micco, Carlo Giraudo, Fausto Iheme Caroli, Riccardo Lombardo, Valter Malosti, Pilar Perez Aspa, Gilda Postiglione, Manù Richez Battesti, Andrea Romero, Tommaso Massimo Rotella, Catherine Simmonds, Rosario Tedesco, Monique Thomas, Alessandra Vigna, Tony Yap, Andrea Zalone
  • collaborazione alle scene Alessandro Marrazzo
  • assistente alle scene Barbara Tomada
  • luci Marco D’Andrea
  • musiche originali Ezio Bosso
  • costumi Poncif – Torino
  • assistente alla regia Barbara Altissimo
  • collaboratore alla regia per i movimenti Tommaso Massimo Rotella
  • produzione Torino Spettacoli, Crut, Festival delle Colline Torinesi, Teatro di Dioniso