Orgia (2002)

CORO I
Ma sia ben chiaro
Che tutto qui sarà ambiguo.
Forse le tre persone rappresentate
sono una persona sola.
CORO II
In questa bestemmia, forse, è la verità

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Note di regia

Imparentato con Petrolio e Divina Mimesis, Orgia conclude la mia trilogia su Dioniso (insieme a Baccanti e a Nietzsche: la danza sull’abisso): un ideale percorso sull’identità, sul corpo, e sulla discesa agli inferi.
Orgia è un viaggio di iniziazione, una soglia.
Gli spettatori sono chiamati ad essere complici, a spiare il mondo segreto di Uomo, Donna e Ragazza: tre personaggi che costituiscono una sorta di trinità, forse sdoppiamenti, rifrazioni dell’impossibile unità umana.
La scena, che sfrutta le geometrie sghembe del triangolo, è uno spazio interiore, ma anche un cerchio rituale, luogo sacro dove i personaggi si svuotano come veggenti.

Bisogna tentare di restituire il mistero e la forza vitale di questo magma poetico, tentare di comunicare ai nostri spettatori/complici quegli incandescenti frammenti di verità e quell’unico flusso a cui viene, di volta in volta, attribuito un genere (maschile o femminile).
Il corpo viene costantemente messo in gioco: il testo lo nomina e lo evoca, ma sono le parole stesse  a farsi corpo, attraverso una lettura a strati, che pur nella complessità, nello sfasamento dei registri, ambisce alla limpidezza e si nutre di un immaginario pittorico legato allo stile cinematografico pasoliniano, ad artisti amati dall’autore come Francis Bacon e Giotto e ad altri maestri come Beato Angelico, Fuseli e Lucien Freud.

Valter Malosti

2002 Orgia per una critica genetica di Irina Possamai

  • di Pier Paolo Pasolini
    con scene inedite tratte dal corpus dei dattiloscritti pasoliniani
  • uno spettacolo di Valter Malosti
  • in scena Michela Cescon e Valter Malosti
  • con Claudia Coli (nel 2002), Aidi Tamburrino (nel 2004)
  • ricerca drammaturgica Irina Possamai, musiche originali Carlo Boccadoro
  • spazio scenico Valter Malosti e Iole Cilento, luci Francesco Dell’Elba
  • costumi Elena Gaudio e Roberta Vacchetta, costruzioni scene Gennaro Cerlino
  • trio d’archi di Sentieri Selvaggi
  • una produzione Teatro di Dioniso
  • in coproduzione con Il Contato/Teatro Giacosa di Ivrea
  • un progetto Residenza Multidisciplinare di Ivrea e del Canavese