Ophelia: Hamlet / Frammenti parte II (1998)

La canzone come teoria è un occhio puntato su questo secolo. Diremmo che è la teoria di questo secolo la cui “brevità” è stata già teorizzata. Se è così, la brevità della canzone riesce ad inseguirlo e raggiungerlo. Essa di brevità se ne intende. Ma la canzone non è la pappa del cuore. Senza di te non posso vivere, eccetera.. Nel suo intimo è fredda come la vera demenza. Ma questo non è un secolo “caldo”. Gelo è il nostro nome. Il tema del secolo è la morte dello Spirito. Di questo ci si accorgerà più tardi. Farlo fuori questo stupido Spirito! Nirvana o sonnolenza, questo il problema!
Comunque le opere dello spirito sovrano, i capolavori del genio, i poemi, le grandi liriche si dissolveranno, e voilà! Ossa e cenere. La canzone come teoria ci ammaestra. Poche note e qualche parola. La canzone è un frammento post-socratico.”
Manlio Sgalambro, Teoria della canzone, 1997

Note di regia

Nella seconda parte dello studio che stiamo conducendo sull’universo Amleto, proseguiamo da un lato il lavoro sulla musica di Amleto, su come quelle parole possano essere dette o forse, appunto, cantate, e dall’altro operiamo uno spiazzamento facendo di Ophelia il motore del racconto e dell’azione, il punto di vista privilegiato per osservare, insieme a Gertrud. Del testo dell’Amleto sono rimaste solo le parti che riguardano le parole che Ophelia e Gertrud dicono o ascoltano nella tragedia. Viene fuori un’altra storia, di solito sepolta, quelle parole prendono altre vie, intrecciano altri misteri.
Un fondale di fiume. Oggetti ingoiati dall’acqua. Resti di mura di un palazzo, o è una chiesa? Corridoi. Stanze.
I monologhi di Amleto come canzoni. La musica di Shakespeare!
Come se fossero, a volte, canzoni ascoltate alla radio.
Materiali drammaturgici provenienti da diverse epoche a riscrivere nell’oggi Ophelia e Gertrud.
Lacan. Eliot. Merini. Cvetaeva. Holan. Muller. Celan. Pasternak. Rimbaud. Loro ci sono venuti a parlare e hanno lasciato tracce dentro una parola, un suono, una immagine del nostro spettacolo.

1998 Note su Ofelia Nadia Fusini

  • da Shakespeare
  • traduzione e regia Valter Malosti
  • con Michela Cescon, Barbara Altissimo, Lucia Minetti, Erika Urban
  • musiche originali Carlo Boccadoro
  • collaborazione alla drammaturgia  Nadia Fusini
  • liriche delle canzoni Massimo Lenzi
  • luci  Francesco Comazzi
  • assistente alla regia Barbara Altissimo
  • regista collaboratore per i movimenti Tommaso Massimo Rotella
  • assistente volontaria Monica Musso
  • si ringraziano Gianni Cabras, Margherita De Virgilio, Donatella Musso, Paolo Calafiore
  • produzione Teatro di Dioniso