Passio Laetitiae et Felicitatis (2008)

È una lingua magmatica, ritorta, storpiata ed espressionista quella che Giovanni Testori riversa in Passio Laetitiae et Felicitatis. Come già nei testi teatrali che compongono la Trilogia degli Scarrozzanti (Ambleto, Macbetto ed Edipus), anche in questo romanzo, composto nel 1975, la lingua testoriana, un lombardo misto a volgare e a italiano secentesco, che accoglie nelle sue pieghe il suono dell’avanspettacolo e del melodramma, delle canzonette e dei canti liturgici, diventa lo strumento per raccontare l’indicibile.

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Quella di Suor Felicita è una storia di carne, morte e religione. È la parabola di una morbosa e disperata ricerca d’amore, che si fa prima incesto, nel rapporto tragico con il fratello morto in un incidente stradale; poi intensa e mistica devozione per Cristo; infine passione tenerissima e sensuale per la giovane orfana Letizia. Per raccontarla, Felicita strappa le parole all’oscurità, esprimendosi, come dice Anna Banti, “con impetuosa velocità, contraendo e amputando consonanti e vocali che si torcono e si rimbucano come ramarri”.
Tornando all’amatissimo Testori, Valter Malosti stacca quel flusso lavico dalla pagina scritta per consegnarlo a un’appassionata Laura Marinoni, che, affiancata dalla giovanissima e sorprendente Silvia Altrui, dà voce a una sbigottita, carnale e perturbante Felicita.
Il finale dello spettacolo è una piccola gemma ritrovata, un capitolo inedito del romanzo che Malosti ha scoperto presso l’Archivio Giovanni Testori.

Note di regia
Ecco la scommessa di portare la parola di Testori, come egli stesso dice, “a gridare, a pregare e a essere soprattutto una disfatta” dentro il ventre del teatro. Ed eccomi ad assecondare l’intuizione di un atto teatrale dentro quelle parole, in un percorso irto e accidentato di inesausta ricerca delle mie radici espressive. Immagino uno spazio che sia una soglia, una sorta di sospensione tra la vita e la morte, come in una fotografia di Witkin; uno spazio sacro ancorché grottesco, in cui l’immaginario “alto” incontra la cultura popolare, in cui ridere e piangere non sia vietato da nessuna legge teatrale o critica.

Valter Malosti

2008 Passio Laetitiae et Felicitatis Estratti di rassegna stampa

uno spettacolo di Valter Malosti

  • dal romanzo di Giovanni Testori
  • adattamento teatrale di Valter Malosti
  • con Laura Marinoni
  • e Silvia Altrui
  • suono G.U.P. Alcaro – luci Francesco Dell’Elba
  • spazio scenico Carmelo Giammello
  • costumi Federica Genovesi –  scelte musicali Valter Malosti
  • musiche di Antonio Amenduni, Don Backy, Leo Ferrè, Philip Glass, New Composers, John Tavener, Luigi Tenco, Giuseppe Verdi
  • produzione Teatro di Dioniso / Festival delle Colline Torinesi / Asti Teatro 30 /Residenza Multidisciplinare di Asti / CRUT Torino / con il sostegno di Regione Piemonte