Cuori. Un poster dei Cosmos (1996)

Cuori: un poster dei Cosmos si presenta al pubblico dopo il tour in Australia ed è un nuovo spettacolo, non tanto nella forma, che contiene solo lievi differenze drammaturgiche, ma nella sostanza di un’interpretazione che si è ricreata passando attraverso il filtro di un’altra lingua.
Lo spettacolo è stato rappresentato in inglese, ed è un altro ritmo, un altro volare; e nella memoria del corpo quest’altra musica si è incisa profondamente, come già era accaduto con Ella qualche anno prima, hanno preso forma altre visioni.

Un poster dei Cosmos (intesa come squadra di calcio americana, quella in cui giocarono a fine carriera grandi campioni come Pelè, Cruijff, Chinaglia, ma anche allusione al cosmo) è stato scritto da Lanford Wilson nel 1988. È la storia di un amore disperato, raccontato in forma di monologo, tra due uomini. Tom, un fornaio (nella nostra messa in scena di origine italo-americana) è un uomo divorziato con un figlio piccolo che si innamora perdutamente di un giovane pieno di tic “con la pelle soffice come quella di una pesca”: Johnny. Di fronte alla scoperta della malattia di Johnny, l’AIDS, Tom non riuscirà a trovare pace fino a che non sentirà su di sé l’indicibile dolore dell’amato. Il finale, degno di un canto dell’inferno dantesco, segnerà l’estremo tentativo di una impossibile vicinanza. Nonostante il tema trattato questo breve atto unico viene porto con grande leggerezza, toni da commedia si alternano ad una sorda rabbia, raggiungendo una semplicità, una verità commovente e insieme grottesca.

Lanford Wilson, nato nel 1937, vive a New York. Verso la fine degli anni Sessanta debutta come commediografo sui palcoscenici dell’Off-Broadway Circle Repertory Company, della quale diviene il maggiore autore e che si rivela un trampolino di lancio verso il successo. I suoi primi lavori, che riguardano insolite realtà sessuali, rivelano l’affinità esistente tra Wilson e Tennessee Williams, anch’egli del Missouri, anche se gli sbandati di Wilson vivono ai confini della follia senza mai essere violenti. In seguito Wilson comincerà a firmare lavori più commerciali, con i quali si è fatto conoscere in tutto il mondo.

Note di regia
Il lavoro drammaturgico ha amplificato l’universo poetico del nostro fornaio italo-americano facendogli parlare le parole di Emily Dickinson soprattutto, e poi frammenti da Kurt Vonnegut, Charles Bukowsky, William Shakespeare, da leggende ebraiche. E altre parole gliele abbiamo fatte trovare tutte sue, inventandole. Trovate le parole, un altro lavoro di stratificazione è stato poi condotto sulla lingua parlata da Tom. Successivamente Tom si è mosso nello spazio e allora ha danzato, un po’ di Prokoviev (Romeo e Giulietta!) ed altre danze. Uno spazio che abbiamo immaginato non più solo luogo dell’interrogatorio a cui Tom è sottoposto dalla polizia, ma anche uno spazio più astratto, quasi il luogo di un interrogatorio metafisico, un abbandono alla memoria. Ma potrebbe essere anche – perché no? -l’appartamento condiviso per tre anni da Johnny e Tom. Abbiamo dato un corpo a Johnny attraverso la musica, con cui Tom ha un dialogo continuo e serrato, grazie ad Ezio Bosso che ha creato questa partitura di suoni e parole a partire proprio dalle parole che Johnny dice nel testo di Wilson. Lo spettacolo può essere visto a più livelli, non ultimo quello del melò, perché, dopo tutto, Cuori: un poster dei Cosmos è una grande storia d’amore.

  • di Lanford Wilson
  • con Valter Malosti
  • rielaborazione drammaturgica e adattamento Valter Malosti
  • dalla traduzione di Riccardo Duranti
  • regia Valter Malosti e Massimo Rotella
  • musiche originali Ezio Bosso
  • scene Alessandro Marrazzo
  • sculture in ferro  Gianni Maria Cabras
  • assistente alla regia Barbara Altissimo