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LA TRAIETTORIA CALANTE

scritto, diretto e interpretato da Pietro Giannini consulenza drammaturgica Comitato Parenti Vittime Ponte Morandi visual artist Loredana Antonelli // luci Aldo Mantovani
«Ho diciassette anni. Devo andare con mio padre in campagna. Piove a dirotto. Stiamo caricando i bagagli in macchina. Il suono di un tuono lontano ci fa sobbalzare. Una nuvola di polvere, in mezzo alle case, si alza dalla terra (…). Il Ponte Morandi si è appena sgretolato. Suona il telefono. Mia madre dall’altro lato urla. Pensa che si stia solo immaginando la mia voce e che io in realtà sia morto…La vicenda narrata sul palcoscenico è un dramma a tutti gli effetti. Il 14 agosto 2018, a Genova, crolla la principale arteria della città. Si scatena un effetto domino che investe le persone e le cose. La traiettoria calante può accettare sul palcoscenico un solo corpo, un unico testimone inerme, un Amleto moderno perseguitato dai fantasmi di chi era prima di lui ed ora non è più. La scena (del crimine) è nuda, niente più è rimasto; in questo logorante vuoto, nell’assordante rumore dell’assenza, l’interprete può solo cercare di fuggire il buio attraverso la testimonianza, qualunque essa sia». Con queste parole il giovanissimo Pietro Giannini, classe 2000, presenta il suo lavoro dedicato al crollo del Ponte Morandi. Un lavoro in cui si intrecciano ricordi personali, interviste, ricostruzione dei fatti, pezzi evocativi di una città travolta da una tragedia