Giulietta (2004)

“La donna è meravigliosa. La donna è l’universo. Forse questa è una concezione tantrica. La donna è la parte altrui dell’uomo, ma gli è superiore perché essa nasce adulta, antica…”
Federico Fellini intervistato da Toni Maraini, 1994

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Giulietta è una struggente favola psicanalitica, una favola contemporanea dai toni mozartiani sull’identità frammentata, sull’anima, raccontata con un tono vagamente infantile ed inquietante, una moderna Alice attraverso lo specchio, specchio con il quale si apre e si chiude lo spettacolo e il racconto felliniano. Ma Giulietta è anche una lunga e irridente seduta spiritica descritta da chi ci crede, anche, almeno un poco; eco delle frequentazioni di maghi, veggenti e spiritisti scovati da Fellini in quegli anni un po’ in tutta l’Italia. E oltre alla parapsicologia, evidente in questo testo di Fellini è la sua vicinanza alla psicanalisi: un modo di convivere con i propri fantasmi che Fellini, dopo averlo maturato alla scuola junghiana di Ernest Bernhard, non abbandonò più.
Un circo, una pista da circo: al centro sta Giulietta in qualche modo inchiodata, come una farfalla raccolta da un entomologo e lì depositata. E intorno, tutti i suoi fantasmi, gli spiriti, evocati dalla presenza di nude marionette e da una fittissima partitura di suono.

Valter Malosti

Giulietta é l’unica opera narrativa di una certa consistenza pubblicata da Fellini, un’opera di cui lui stesso suggerì la stampa, in lingua tedesca, per l’editore svizzero Diogenes. Si tratta, ed é lecito crederlo anche alla luce delle parole di Fellini, della prima idea-soggetto di Giulietta degli Spiriti, un trattamento, tanto per usare un termine tecnico, ovvero la fase intermedia tra il soggetto e la sceneggiatura. Non si trattava dunque di lavorare su un prodotto finito, il film, ma su un semi-lavorato, il trattamento; e anzi, dal confronto con il film, che Fellini stesso riteneva non completamente riuscito, e con la sceneggiatura, il trattamento risulta vincente, più ricco, con una sua spiccata autonomia. Non solo, ben altre sono le suggestioni che questo testo contiene, le analogie che da esso scaturiscono…
Interrata: é così che immaginiamo la povera Giulietta, proprio come Winnie; ma non in un’informe massa di rifiuti, no, nella pista di un circo piuttosto, fuori solo col busto; intorno a lei delle marionette-spiriti; sentiremo anche molte voci: quella di Casanova, di Iris e di tutti gli altri spiriti; e la voce di Michela Cescon, che interpreterà Giulietta. Cerchiamo di immaginare anche quella, anche se sappiamo che é difficile dato che, una volta in scena, essa finisce sempre per sorprenderci.

Vitaliano Trevisan

  • Premio Hystrio per la regia, 2004 a Valter Malosti
  • Premio della critica teatrale, 2003-2004 e Premio UBU migliore attrice, 2004 a Michela Cescon

di Federico Fellini
adattamento di Vitaliano Trevisan
(dal racconto “Giulietta” di Federico Fellini – ed. il Melangolo)

2004 GIULIETTA estratti di rassegna stampa

  • uno spettacolo di Valter Malosti
  • con Michela Cescon
  • scene Paolo Baroni
  • luci Francesco Dell’Elba
  • costumi Patrizia Tirino
  • marionette Gianni Busso
  • musiche originali Giovanni D’Aquila
  • musiche di Nino Rota e Fatboy Slim
  • produzione Teatro di Dioniso
  • in collaborazione con Piccolo Regio di Torino e Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare
  • un progetto Residenza Multidisciplinare di Ivrea e del Canavese
  • Spettacolo realizzato con il contributo di Regione Piemonte Assessorato alla Cultura – Comune di Torino Assessorato alla Cultura – Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello spettacolo dal vivo
  • ph. Tommaso Le Pera