Hamlet X (1999 )

Era la notte
Di fiera della perfida Babele
Salente in fasci verso un cielo affastellato di paradiso di fiamma
In lubrici fischi grotteschi
E tintinnare d’angeliche campanelle
E gridi e voci di prostitute
E pantomime d’Ofelia
Stillate dall’umile pianto delle lampade elettriche


hamlet-x-01-foto-le-pera
hamlet-x-02 foto-le-pera
hamlet-x-03 foto-le-pera
hamlet-x-04 foto-le-pera
hamlet-x-05 foto-le-pera
hamlet-x-06 foto-le-pera

Una canzonetta volgaruccia era morta
E mi aveva lasciato il cuore nel dolore
E me ne andavo errando senz’amore
Lasciando il cuore mio di porta in porta…

da La sera di fiera, Dino Campana

 

Dieci attrici per reinventare Amleto

Questo spettacolo è il frutto di un lavoro svolto nell’arco di tre anni alla ricerca di Amleto e di un teatro “sensibile”. L’emozione intensa che sprigionava il quartetto di interpreti di Ophelia (il secondo studio realizzato, in cui di Amleto erano rimaste solo le parole che Ophelia e Gertrude dicono o ascoltano nella tragedia) mi ha convinto a proseguire nel racconto dell’Amleto attraverso un cast interamente femminile. È un lavoro di composizione che avviene per lo più direttamente in scena attraverso l’uso del frammento e delle dissonanze. Dagli studi precedenti sono rimaste tracce sparse delle voci di poeti che nei secoli hanno riscritto o ripensato Amleto: Eliot, Rimbaud, Holan, Muller, Campana, Tarkowsky, Pasternak, Merini, Lacan, Celan. Loro ci sono venuti a parlare e hanno lasciato tracce dentro una parola, un suono, una immagine del nostro spettacolo.
Un labirinto testuale che si distanzia dalla storia per vederla da altre angolazioni, quasi sempre laterali: il punto di vista di Ophelia, di Gertrude, delle donne che Amleto può avere incontrato o sognato. Un testo-cervello costituito da infinite nervature. L’oscenità di una confessione in un bordello. Un gioco di specchi. La scrittura che invade la scena fisicamente, scrittura sul corpo, del testo. Un improvviso tango che spezza la tragedia, una moltitudine di spose. Partenze, amori, follie. Amleto è messo di fronte alle mille possibilità del femminile. Come in un sogno, tutto è mutevole, a volte sei tu anche se non sei tu, altre volte sei solo uno spettatore. Queste visioni tesseranno di nuovo il filo della storia come in un agitato dormiveglia abitato da fantasmi, spiriti e ossessioni, corpi. Una prova estrema che solo un gruppo di attrici sensibili ha il coraggio di affrontare con interiorità e sfrontatezza.

Valter Malosti

1999 Note su Hamlet X di Silvana Maja

  • da William Shakespeare
  • traduzione e regia Valter Malosti
  • con Michela Cescon, Roberta Bosetti, Barbara Altissimo, Silvia Ajelli, Simona Barbero, Laura Bombonato, Benedetta Cesqui, Valeria Dini, Silvia Giuliano, Monica Mignolli
  • spazio scenico e immagine di locandina Giancarlo Savino
  • collaboratrice per il movimento Barbara Altissimo
  • collaborazione alla drammaturgia Nadia Fusini
  • luci Gillian Mc Bride
  • costumi Elena Gaudio e Roberta Vacchetta
  • capo macchinista Gennaro Cerlino
  • assistente alle scene Iole Cilento
  • organizzazione Anna Maria Canzonieri
  • musiche di Bjork, Johannes Brahms, Deep Listening Band, Einsturzende Neubauten, Philip Glass/Aphex Twins, John Moran, Jurgen Knieper, Kudsi Erguner, Laibach, Walter Marchetti, Moondog, Pink Martini, John Tavener, Giuseppe Verdi, Kurt Weil scelte da Valter Malosti
  • ph. Tommaso Le Pera