Drive. Come ho imparato a guidare (1999)

Una ventata, una storia che colpisce al cuore, una storia di disperazione e di sopravvivenza. La Vogel ricattura il confuso vortice dell’adolescenza e ci mostra come una donna può imparare a convivere con le ferite del tempo, piuttosto che rimanerne sconfitta.
The Boston Globe

How I Learned to Drive è un testo su una donna che impara le regole della strada e della vita da dietro il volante di una macchina. Questa giovane donna di nome Li’l Bit è la voce e il corpo narrante della storia. Cresciuta nel Maryland, vive la sua adolescenza negli anni 60. Intanto prende lezioni di guida dallo zio, Uncle Peck, e questa relazione – provvisoria e sessuale – forma la spina dorsale di una storia ipnotica, originale e divertente, disturbante e disarmante.

Drive conduce gli spettatori fuori per un viaggio che non farebbero solitamente.
È la storia di una iniziazione alla vita. È un testo che gioca con il tabù dell’amore di uno zio maturo verso la propria nipotina adolescente.

La scrittura della Vogel si inoltra in questo territorio proibito con un sorriso sul volto.
Possiamo ricevere grande amore da chi ci ha fatto del male?
Viviamo in una cultura di vittimizzazione e grandi dolori possono essere inflitti da terapisti bene intenzionati, assistenti sociali, dai talk show che ospitano ed incoraggiano la gente a sentirsi vittima. Senza denigrare o dimenticare le paure originarie, Drive parla anche del grande regalo che a volte si nasconde dentro l’abuso. Il testo drammatizza il regalo fatto da chi ci ha fatto del male.
Li’l Bit riceve il dono di come sopravvivere, da questo zio.
Ti voglio insegnare a guidare come un uomo. Le dice. Lui diventa il suo mentore e le insegna a prevedere cosa accadrà sulla strada almeno cento metri prima di passare in un determinato punto, le insegna a sapere in anticipo cosa faranno gli altri.
Questo le dà la possibilità di sopravvivere e alla fine di distruggerlo.

Paula Vogel, drammaturga americana, ha ricevuto numerosi ed importanti premi per i suoi testi, tra i quali spiccano l’OBIE award (l’Oscar del teatro) per la miglior play americana con Baltimore Waltz nel 1992 e il Premio Pulitzer con How I Learned To Drive nel 1997. Con quest’ultimo testo ha vinto anche tutti i premi off-Broadway: Obie, Drama Desk, New York Critics Circle, e il premio della Critica straniera. I suoi testi hanno avuto numerose e fortunate messe in scena in tutti gli Stati Uniti.

  • di Paula Vogel
  • regia Valter Malosti
  • regista collaboratore per i movimenti Tommaso Massimo Rotella
  • scene e immagine di locandina Giancarlo Savino
  • costumi Helga Williams
  • luci Gillian Mcbride
  • produzione Teatro di Dioniso – Festival di Benevento
  • con il sostegno produttivo del Teatro Giacosa di Ivrea