Anna Cappelli (1994)

Anna Cappelli è un’impiegata che vive ai margini della società, tra camere con uso di cucina in comune, uffici sterminati ed il sogno di una casa tutta sua e di un uomo che la prenda come sposa. La sua risposta alla solitudine, dopo l’ennesimo abbandono, sarà violentissima e insieme teneramente straziante.

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Note di regia

Da subito, fin dalla sua prima apparizione a Messina nel 1994, nell’elegante foyer neoclassico del Teatro Vittorio Emanuele, ho pensato che la Anna Cappelli costruita per Alvia Reale dovesse essere un fantasma dispettoso che riappare a rievocare la sua storia, rivivendola interamente sul proprio corpo straziato d’amore e cercando letteralmente in esso le tracce dell’amato, uno spettro destinato a vagare con la propria valigia per l’eternità.
Lo spettacolo allestito nel foyer del Teatro Eliseo non è una semplice riedizione, ma una versione costruita apposta per lo spazio che la ospita, con un’attrice straordinaria nella splendida e intensa maturità della sua arte. Una prova estrema e gioiosa.

Valter Malosti

Annibale Ruccello è stato fra i protagonisti di una fervida stagione di rinascita e di rinnovamento della drammaturgia italiana, che lo ha visto affacciarsi sulla scena, alla soglia degli anni Ottanta, con un’intensa attività di regista, autore e attore. Un’attività stroncata da un tragico incidente d’auto a soli trent’anni. Ruccello si era formato con studi di antropologia seguendo il lavoro di ricerca di Roberto De Simone, di cui fu assistente per La Gatta Cenerentola. E questa base antropologica, unita al desiderio di “raccontare delle storie”, agli echi delle fiabe contadine e a una forte componente autobiografica inscritta nella Napoli periferica – l’ex paradiso rappresentato dalla oggi degradata zona costiera vesuviana – costituiscono il nucleo della sua opera, che supera l’iper-realismo e il rischio della retorica usando lo sberleffo, l’arma del grottesco e del surreale.
Del 1980 è il suo primo testo, Le cinque rose di Jennifer, seguito nel1982 da Notturno di donna con ospiti e da Weekend nell’83. Ferdinando, il suo capolavoro, arriva nell’84, mentre è del 1986 Anna Cappelli , che insieme ad altri monologhi è pubblicato nel volume Mamma-Piccole tragedie minimali.

  • di Annibale Ruccello
  • uno spettacolo di Valter Malosti
  • con Alvia Reale