8 maggio: giornata dedicata a Paolo Ambrosino

Si chiude con una serata speciale, dedicata a Paolo Ambrosino, la X edizione di Parole d’Artista, la rassegna teatrale curata dal Teatro di Dioniso di Torino, tra Moncalieri e Asti.
La sera di domenica 8 maggio, alle ore 21.00, al Diavolo Rosso di Asti, saranno Claudio Morganti e Elena Bucci con LA RECITA DELL’ATTORE VECCHIATTO NEL TEATRO DI RIO SALICETO, a sugellare la manifestazione  che prenderà il via intorno alle 18.00, sempre al Diavolo Rosso, con un incontro in ricordo di Paolo Ambrosino, storico organizzatore teatrale anche del Teatro di Dioniso, in compagnia di familiari, amici e colleghi.

Per 12 anni il Teatro di Dioniso ha goduto della professionalità e dell’umanità di Paolo Ambrosino: organizzatore teatrale, Paolo si era formato a Torino, collaborando alla prima fase del progetto di Fiat Laboratorio Teatro Settimo, e trovando in seguito una sua importante collocazione professionale autonoma, prima come direttore artistico del Kismet di Bari nel 1988, e poi lavorando dal 1993 al 2001 al fianco di Leo De Berardinis, che lo volle accanto a sé anche come direttore organizzativo del Festival di Santarcangelo. Nel 2002 Paolo aveva iniziato a collaborare  con il Teatro di Dioniso e a Torino si era fatto conoscere per la sua grande competenza e l’assoluta rettitudine e onestà sia intellettuale sia morale. Da Leo aveva portato in dote un bene prezioso: non considerare l’arte, il teatro, come una cosa d’élite; ma una realtà in cui tutti, ma proprio tutti, possano ritrovarvi la bellezza, averne nostalgia e “rivendicarla nella vita e nella società come un bene necessario”.

La sua scomparsa, nell’ottobre 2014, è stato un grande dolore. Per commemorarne l’immagine e la grande professionalità, in collaborazione con l’assessore Massimo Cotto di Asti, si è ragionato su un ricordo che rimanesse nel tempo. E’ stato così istituito il Premio ‘Paolo Ambrosino’ destinato a ‘un progetto  di organizzazione  e gestione di spazi teatrali o situazioni di residenza,  attività di compagnie o festival’.
La cura del premio è affidata a  Massimo Marino, già al fianco di Leo De  Berardinis e Paolo a Santarcangelo dei Teatri, giornalista e critico teatrale, docente al DAMS di Bologna e al Conservatorio di musica “Arrigo Boito” di Parma.

Essendo a tutti gli effetti il ‘numero zero’ del premio, quest’anno, verranno individuate due realtà culturali italiane che si siano distinte in un progetto di organizzazione di manifestazioni di spettacolo dal vivo; i segnalati cureranno un piccolo percorso artistico inserito nella prossima edizione di Parole d’Artista e del  festival estivo di Asti Teatro.
Per la serata sono attesi molti rappresentanti del mondo dello spettacolo e, attraverso una riflessione comune,  si procederà allo sviluppo del premio ‘Paolo Ambrosino’, così da renderlo a tutti gli effetti un appuntamento annuale condiviso e sentito.

Nel corso del tardo pomeriggio e della serata dell‘8 maggio insieme a familiari, colleghi, amici riuniti per dar vita a un momento gioioso dedicato a Paolo e al suo lavoro si procederà quindi alle segnalazioni per il premio, cui seguirà lo spettacolo di Morganti- Bucci e, ancora, musica e letture teatrali: una momento per ricordare e omaggiare una persona che ha attraversato la vita di molti artisti lasciando segni forti di umanità, correttezza, professionalità e onestà.

Paolo non parlava mai di compromessi, non cercava nemmeno qualcosa che semplificasse un percorso. Sembrava che non ci pensasse nemmeno, a certe scappatoie. Aveva un senso di responsabilità altissimo nei confronti di tutti quelli che gli ruotavano intorno, come un papà giudizioso che oltre che a tenere unita la famiglia, si premura di darle il buon esempio. Era onesto. Non esiste un’imitazione dell’onestà, esiste solo il modello originale. Se scegli quello, significa che sei disposto a spendere molto. E Paolo ha speso fino all’ultimo le sue risorse, per essere coerente con la scelta di essere onesto. Il sistema di sofisticazione dei sentimenti e dei valori non gli piaceva.
Al centro del marasma, e questo si realizza quando è troppo tardi e l’entropia ha scombinato ogni assetto, si trovava lui. Nella compagnia al medesimo progetto lavorano persone che hanno doveri e ambizioni così differenti tra loro che pare non parlino neppure la stessa lingua. Paolo ascoltava tutti, a tutti replicava, intonando e preparando ciascuno alla melodia articolata e  complessa che è la creazione di uno spettacolo”. Valter Malosti