POE / CONCERTO DI TENEBRE

dai racconti di Edgar Allan Poe tradotti da Giorgio Manganelli
con intermittenze dalle poesie di E.A.Poe nella versione di Valter Malosti
per voce, strumenti e live electronics

un progetto di e con Valter Malosti

in scena con
G.U.P. Alcaro suoni, live electronics
Luca Andriolo strumenti
Elena Serra

costumi Federica Genovesi
musiche originali Luca Andriolo / Dead Cat in a bag
suono G.U.P. Alcaro
luci Francesco Dell’Elba
realizzazione video animation Jim Clark
drammaturgia e scelte musicali Valter Malosti
assistente alla regia Elena Serra

musiche e suoni di
Gavin Bryars, Osvaldo Golijov, Hazard, Bernard Herrmann, Murcof, Joy Division, Akira Rabelais, Ryuichi Sakamoto, Talking Heads / David Byrne, John Tavener, Trent Reznor / Nine Inch Nails

I Racconti di Edgar Allan Poe tradotti da Giorgio Manganelli sono pubblicati da Giulio Einaudi editore

produzione TEATRO DI DIONISO / FESTIVAL TEATRO-ARLECCHINO D’ORO di MANTOVA / FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI / RESIDENZA MULTIDISCIPLINARE DI ASTI

 

«Una convivenza di oltre un anno – convivenza quotidiana, coniugale – con Edgar Allan Poe è un’esperienza stupenda e stremante; una perfetta luna di miele conclusa con un uxoricidio.
Poe è un partner esigente, stravagante, esibizionista,
un monologante instancabile, un invadente, un bizzoso»
Giorgio Manganelli,  in Edgar Allan Poe, I Racconti, Torino, 1983

 

Il progetto si articola in una serie di tappe commissionate da alcuni importanti Festival estivi, e prevede il suo primo cantiere di lavoro durante il Festival delle Colline Torinesi. Al concerto, che sarà presentato in prima nazionale al Festival Teatro-Arlecchino d’oro di Mantova e in anteprima sempre al Festival delle Colline, è affiancata, in un appartamento della Cavallerizza Reale per un numero limitato di spettatori, un’installazione site specific, dove Edgar Allan Poe in persona sarà evocato come in una seduta spiritica sui generis.
D’altra parte gli eroi e le eroine di Poe vivono pochissimo all’aria aperta, sono quasi sempre e ossessivamente nel chiuso di una stanza: il “Palazzo dell’Immaginazione”. La stanza diviene una metafora della mente, anzi la/le stanze sono la mente dell’ipereccitato e ipersensibile sognatore, dell’oppiomane, del malato di nervi in una impossibile fuga dal mondo esterno.
«Non sociale, non privato, l’io di Poe è una presenza tecnica, il contemplatore che ha il compito supremo di impedire che il delirio diventi psicologia, che l’accadimento esca dal sistema rituale in cui solo può agire e divenire raccontabile. Questo io anonimo è il custode delle cerimonie: […] l’interprete dell’iniziazione…».
In scena Malosti / Poe, una specie di vampiresco mago ottocentesco con la sua assistente, attraverso la lingua della scintillante versione di Giorgio Manganelli, dialogherà con le ombre, i sogni e le visioni evocati dai racconti e dalle poesie – soprattutto quelli legati a formidabili caratteri femminili come Morella, Berenice, Annie, Annabel Lee, Lenore – con il contrappunto del nero umorismo del racconto The tell-tale heart, che Manganelli traduce genialmente come Il rumore del cuore. Umorismo nero che si leva in spire letali in luoghi e tempi inaspettati anche nei racconti apparentemente più tragici. D’altronde nel mondo del genio maledetto di Boston, che non si risparmiò gli abissi dell’alcol e della droga, orrore e grottesco sono contigui, così come il sublime ed il kitsch in una suprema ambiguità di stile, tra effettacci e vertiginose altezze poetiche. Ma anche quando l’autore eccede nel suo trovarobato gotico e nero del terrore, e si affaccia in noi il fastidio dell’artificioso, egli ci rimanda sempre alle radici profonde di un terrore autentico: per Poe “il terrore è dell’anima”.
Il lavoro si propone come una sorta di concerto di tenebre con interferenze musicali liberamente ispirate al mondo evocato direttamente o indirettamente dalla scrittura di Poe. Immagino un flusso sonoro ininterrotto, una sorta di operina per voce, strumenti e live electronics, che dia pieno risalto alla potenza espressiva di Poe, alla sua fastosa musicalità, una presenza verbale che si scioglie in suono, anelata anche dall’autore che parla della musica come della più eccelsa fra le arti, disfatta e rifatta dalla lingua inimitabile di Manganelli, che nel lavoro, seguendo un procedimento contemporaneo e musicale, subisce un ulteriore remix. D’altra parte già quella di Manganelli non è una versione strettamente letterale, ma il tentativo di riprodurre le emozioni profonde nascoste dentro la lingua dell’originale, cogliendone i fili sotterranei, musicalmente fascinosi, che la percorrono. Una lingua inglese, quella di Poe, che per Manganelli è tutta mentale  – non astratta, ma piuttosto collocata in uno spazio inventato, innaturale, snaturato.

Valter Malosti

 

CALENDARIO:

ANTEPRIMA CONCERTO
16 -17 giugno
, ore 21.00 – Fonderie Teatrali Limone  di Moncalieri – Festival delle Colline Torinesi

STUDIO INSTALLAZIONE
dal 18 al 20 giugno, ore 19.00 – Cavallerizza Reale di Torino – Festival delle Colline Torinesi

DEBUTTO SPETTACOLO IN PRIMA NAZIONALE
22 giugno
, ore 22.30 – piazza Leon Battista Alberti, Mantova – Festival Arlecchino d’Oro

STUDIO INSTALLAZIONE
dal 25 al 28 giugno, ore 17.00 – Cavallerizza Reale di Torino – Festival delle Colline Torinesi

TOURNÈE
4 luglio, ore 21.30  – Giardino Santa Chiara, Trento – Trento Estate
26 luglio, ore 22.00 – Calamandrana (AT)  Festival Teatro e Colline